Togliendo a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio intoniamo il “De profundis”.

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di Guido Di Stefano

 

A nulla valgono le manifestazioni di buone intenzioni quando non si  rispettano i precetti fondamentali e indispensabili all’umana pacifica coesistenza. Le opportunistiche miscelazioni, forse sarebbe meglio dire le utilitaristiche collusioni, tra poteri temporali e poteri spirituali hanno sempre pesato sull’umanità con tutti gli effetti collaterali condensabili in una sola espressione: schiavitù dell’anima e del corpo.

La storia, anche se “parzializzata”, narra di omicidi, guerre, stragi, massacri, genocidi scatenati e/o aggravati dalla comunione di intenti tra i poteri dello spirito e quelli della materia. Non serve spingersi troppo indietro nel tempo.

Il filosofo Socrate nella democratica Atene  fu condannato a morte  da un tribunale civile con l’accusa base di ateismo aggravata da empietà e corruzione dei giovani: accusa costruita artatamente dai politicanti di allora “avvinghiati” alla religione per eliminare un presunto concorrente al potere.

A Gesù di Nazareth dai sacerdoti del tempio furono attribuite colpe e mire politiche per ottenere la condanna a morte dal tribunale “civile” romano.

All’impero romano, sempre tollerante con le confessioni religiose più disparate, furono accollate varie persecuzioni, non bene documentate e motivate (forse erano conseguenze di scontri interni o interconfessionali?).

La dotta Ippazia d’Alessandria, dotta scienziata, letterata, filosofa) fu uccisa per espresso ordine di un vescovo.

Carlo Magno di fatto provò a tenere separati i poteri e “volle” l’istruzione pubblica per i suoi sudditi, sicché nessun potente di turno potesse turlupinarli: ebbe i suoi problemi con il papato e anche una congiura “domestica”.

Non furono più fortunati i re di Sicilia Ruggero II d’Altavilla e Federico II di Svevia, collezionisti di scomuniche, minacce e chissà cos’altro. D’altra parte  a Roma hanno sempre preteso di comandare in Sicilia come se fosse un loro feudo personale.

Federicco Barbarossa e Dante Alighieri, pur se su opposte sponde in contesti diversi,  ebbero anche i loro dispiaceri nel mescolamento di religione e politica.

Galileo Galilei, scienziato, rischiò la vita per avere osato mettere in discussione il dogmatico geo-centrismo.

Giordano Bruno, filosofo, finì sul rogo per la ribellione del suo intelletto al mainstream, anch’esso dogmatico, dell’epoca.

I roghi iniqui e blasfemi hanno ammorbato l’aria d’occidente per qualche oncia di oro in più e per “peggio” esercitare i poteri temporali. Non scendiamo nei dettagli delle torture, delle guerre e degli eccidi  diabolicamente attribuiti al volere di Dio.

Ed ora che finalmente credevamo che la separazione di tutti i poteri fosse diventata una incrollabile realtà ci ritroviamo in un terzo millennio più spietato e sanguinario dei passati secoli.

Tutti i potenti “pro  tempore” si autorizzano “motu proprio” a imporre  la  propria bramosia di potere (anche finanziario) anche nella casa degli altri. Così (obtorto collo) ascoltiamo i “sermoni” di politicanti e cortigiani da una parte, e le “imposizioni” legislative (e civili) dall’altra; cioè la materia parla per Dio e lo spirito parla per Cesare.

Forse alcuni hanno deciso che si possono fondere gli uomini come materie prime per le industrie tendenti alla realizzazione di leghe improponibili con elementi incompatibili. Verosimilmente si tratta di signori che (tanto per semplificare) non hanno capito che la miscelazione di “acqua santa” e “terra santa” produce solo “fango”, che santo non è mai stato.

Forse gli stessi “alcuni” hanno deciso di cancellare migliaia di anni di identità. Se è veritiera l’affermazione (attribuita all’attuale papa,  comparsa su ImolaOggi il 10 ottobre 2017 come estratta da liberoquotidiano.it Vittorio Sgarbi “denunciante”)   “Sembra che il Corano e la Bibbia siano stati entrambi scritti dagli stessi Apostoli”, allora siamo all’Apocalisse! Chissà quale miracolo li ha tenuti in vita per tutti quei secoli! Oppure è da intendersi allegoricamente?

Sembra proprio che siamo alla negazione di quello che ci hanno insegnato! Come,  ci hanno avvelenato la vita con scomuniche, eresie, scismi, indici, fedeli, infedeli, inferno e quant’altro e ora improvvisamente ci comunicano che era tutto sbagliato (o falso?) e quindi è tutto da rifare?

Finora abbiamo contezza di quello non comunicato dagli “stessi Apostoli di tutte le confessioni”: l’esatto e letterale contenuto dei famosi rotoli del Mar Morto e in particolare i manoscritti di Qunram.

Non vogliamo poi entrare nel merito di qualche “linea di difesa” e qualche sentenza ossequiosamente rispettose della cultura e dei precetti religiosi degli interessati e nel contempo allineate al pensiero unico del mainstream di regime.

Noi meridionali in genere e  noi Siciliani in particolare non abbiamo avuto tanta comprensione e tanta accoglienza! Mai!  Siamo tentati di pensare che  avesse  ragione  una certa “intellighentia” quando affermava cha le religioni (stoltamente imposte) potevano essere “l’oppio dei popoli”, magari tagliato male.

Abbiamo citato dei veri esseri umani e con un vero essere umano chiudiamo: in questo contesto  forse ha piena ragione Albert Einstein nel volere separare l’Ente Supremo da ogni “esibizione terrena”.

 

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