Le cose (storte?) di Sicilia e Italia

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di Salvo Barbagallo

 

Tempo di assoluto menefreghismo in clima elettorale in vista della consultazione regionale del prossimo novembre: fin troppe cose passano (almeno apparentemente) in piena e completa indifferenza della collettività Siciliana che non giudica, non condanna, né assolve il via vai da una parte all’altra di esponenti politici che cambiano casacca con disinvoltura e noncuranza dell’eventuale opinione altrui. Si vedrà a conti fatti, poi, quando ormai sarà troppo tardi, quanto questo tipo di “movimento” opportunistico inciderà sulla volontà degli aventi diritti al voto di recarsi alle urne. Si vedrà a conti fatti, poi, quanto peserà l’astensionismo sul risultato elettorale, anche quando tutti (sicuramente) diranno d’aver vinto la competizione sulla quale (da una parte e dall’altra) avrà inciso, favorendo questo o quell’altro sconosciuto candidato. Di certo oggi c’è che questa campagna elettorale si muove sul “porta a porta” delle conoscenze personali di quanti si affacciano alla ribalta politica per la prima volta, sapendo in partenza che non avranno alcuna possibilità di conquistare un’ambita poltrona a Sala d’Ercole, assumendo soltanto il ruolo di portatori di consensi più o meno familiari che giovano a quanti si ritengono leader. Cose di Sicilia, cose d’Italia dove le ideologie sono state archiviate da tempo, e dove predominano interessi trasversali di varia natura concretizzati nelle cosiddette “coalizioni”, dove il bianco sta con il nero, e viceversa sempre, come detto, con disinvoltura e un pizzico di arroganza.

Ma non è solo questo temporaneo aspetto pre-elettorale che caratterizza la vita dell’Isola Sicilia, mai affrancata dal Continente Italia.

A chi interessano gli “sbarchi fantasma” e gli “sbarchi ufficiali” che quotidianamente si registrano in Sicilia? A chi importa conoscere le condizioni in cui si trova Lampedusa, che ha visto in tre giorni sbarcati 519 magrebini  e 278 tunisini? A chi importa conoscere l’effettivo numero (e nazionalità, e “tipologia”) delle centinaia di persone che dalla Tunisia giungono “clandestinamente” sulle spiagge di Agrigento, per poi disperdersi sul territorio, sfuggendo a qualsiasi controllo? Si è tanto parlato di migranti nel corso degli ultimi anni, che non fanno più notizia, neanche quando si ripescano cadaveri nelle acque del Mediterraneo.

E quante altre “cose” importanti cadono nello stesso silenzio dell’indifferenza? Pensate un po’ al terrificante impianto satellitare di Niscemi, il famigerato e pericoloso MUOS: c’è chi si chiede oggi con chi “comunica” e perché il MUOS? E per restare in campo “militar bellico”: c’è chi si chiede se nei depositi italo americani in Sicilia ci siano ordigni nucleari? Già (forse) sarebbe soddisfacente sapere quali attività compiono giornalmente le “pattuglie” di droni USA di stanza ufficialmente a Sigonella. Ma neanche questo è noto, e (forse) può interessare a pochi.

Cose “storte” di Sicilia soltanto? Sicuramente No: cose “storte” soprattutto d’Italia e dei proconsoli italici in terra di Trinacria che le permettono.

 

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