Catalogna: cariche di Polizia, manganellate e proiettili di gomma ad altezza d’uomo

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Il presidente del Governo Catalano, Carles Puigdemont: “Violenza irresponsabile e brutale non giustificabile”. Il sindaco di Barcellona, Ana Colau, su Twitter, riferendosi al premier spagnolo Mariano Rajoy: “Un capo del governo codardo ha inondato di polizia la nostra città. Barcellona città di pace, non ha paura».


di Salvo Barbagallo

 

“Violenza irresponsabile e non giustificabile”, questo il commento a caldo del presidente del Governo Catalano, Carles Puigdemont registrando l’operato della Guardia Civil per impedire il voto sul Referendum per l’Indipendenza della Regione. “Governo spagnolo irresponsabile che ha chiarito tante incognite con il suo modo d’agire. È una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello Stato spagnolo”, ha aggiunto Carles Puigdemont.

La Polizia spagnola spara proiettili di gomma ad altezza d’uomo, gli incidenti sono inevitabili a fronte dell’uso della forza, nonostante che il Governo spagnolo avesse assicurato il contrario. Mossos d’Esquadra (la Polizia Catalana) sotto accusa per non essere intervenuta per chiudere i seggi per lo svolgimento del Referendum sull’Indipendenza e perché ha difeso quanti hanno tentato di votare in diversi seggi elettorali. Il ministro catalano dell’educazione Claras Ponsati ha denunciato di essere stata aggredita da agenti della polizia spagnola quando hanno fatto irruzione in un seggio a Barcellona, e c’è anche la notizia (ancora non confermata) che qualche ora dopo la Guardia civil è entrata nella sede del ministero dell’Istruzione ed ha arrestato il ministro. Barcellona trasformata in una città più che “assediata”, in una città sotto “controllo” poliziesco come non si verificava dai tempi della dittatura di Franco. Nessun confronto, ma solo “scontro” aperto. Un capo del governo codardo ha inondato di polizia la nostra città. Barcellona città di pace, non ha paura»: così il sindaco di Barcellona, Ana Colau, su Twitter, riferendosi al premier spagnolo Mariano Rajoy. Per ragioni di sicurezza la partita Barcellona-Las Palmas si disputa a porte chiuse, partita della Liga di calcio spagnola in programma al Camp Nou alle 16.15. Dopo aver annunciato la sospensione, i media spagnoli precisano che né la federcalcio né i Mossos hanno dato l’ok allo stop della partita. Gli avversari dei blaugrana sarebbero scesi in campo con la bandiera spagnola sulle maglie.

Che il Governo centrale di Mariano Rajoy fosse pienamente consapevole delle proprie decisioni, quella della conflittualità ad ogni costo, lo dimostra l’invio dei diciassettemila agenti della Guardia Civil a Barcellona con il preciso e determinato compito di bloccare la votazione per il Referendum. I mezzi che sono stati messi in atto e che ancora in queste ore non hanno avuto una conclusione, pongono l’inevitabile interrogativo se si volesse proprio provocare una frattura insanabile tra lo “Stato” spagnolo e la “Catalogna”, e c’è da chiedersi anche con quale “finalità”.

Due “cose” appaiono chiare: che in questa delicata (e triste) vicenda non si debba parlare di “democrazia”, e che qualsiasi spinta all’autodeterminazione di una collettività si comprende che deve essere freneticamente stroncata per evitare possibili “contagi”.

A tal proposito è apparso ambiguo l’atteggiamento assunto dall’Unione Europea non essendo intervenuta in maniera chiara su una questione che (comunque vada a finire) avrà pesanti ripercussioni non solo in Europa.

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