Trent’anni di sacerdozio per don Giovanni Salvia, cappellano militare del 41° Stormo a Sigonella

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di Nello Cristaudo

 

Con una solenne celebrazione eucaristica, tenutasi nei giorni scorsi nella chiesa dell’Annunziata di Francavilla di Sicilia (ME),  presieduta da Sua Eccellenza Mons. Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia,  don Giovanni Salvia –  primo cappellano militare capo del 41° Stormo Anti-Sommergibili della Base Aerea di Sigonella –  ha reso grazie a Cristo Buon Pastore per il suo 30° anniversario di sacerdozio, nonché per il suo 25° di cappellano militare.

Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili ma soprattutto militari, oltre al folto stuolo di  confratelli del cappellano. Presente anche il Sindaco della cittadina dell’Alcantara, Vincenzo Pulizzi, con la Giunta ed il Presidente del Consiglio Comunale Isidoro Musumeci con  parte del Civico Consesso.

Nel porgere il saluto di benvenuto nella comunità parrocchiale alle autorità civili e religiose,  don Gennaro Currò, Arciprete parroco di Francavilla, ha sottolineato come: “Questo anniversario sia l’occasione per lodare e ringraziare il Signore perché ci ha chiamato a partecipare del suo Sacerdozio e ci ha costituiti collaboratori per santificare e formare il suo popolo guidandolo in collaborazione e obbedienza al vescovo”. Inoltre, continuando, ha affermato: ”Oggi questo nostro fratello ricorda che 30 anni fa ha promesso di pascere il popolo santo di Dio conformando la propria vita al mistero della Croce di Cristo Gesù. Don Giovanni – proseguendo – ricorda anche i suoi 25 anni di questo suo servizio esercitato nell’Ordinariato Militare, nelle caserme, in mezzo ai militari, dove vi sono uomini che spesso sono chiamati a svolgere missioni importanti e delicate  che necessitano del conforto umano e spirituale forte del cappellano militare. E don Giovanni ha un grande carisma per rianimare e dare coraggio a coloro che sono smarriti. Con la sua gioia naturale e le sue parole ferme e fedeli alla Sacra Scrittura, ha sempre aiutato coloro che spesso nella vita sentono il bisogno e la necessità di parole di speranza e di incoraggiamento”.

L’Arcivescovo Mons. Santo Marcianò, durante la sua omelia, invece, ha voluto evidenziare come il fare memoria di un così importante anniversario coinvolga anche il cuore perché la memoria è intimamente legata ai ricordi del cuore: “ Ma ciò che caratterizza il sacerdozio non è tanto la memoria, che è semplicemente  il ricordo di un fatto passato – ha sottolineato il porporato – ma il fare  memoriale che è invece la ripresentazione dell’evento di cui si fa memoria.  È rendere presente quell’evento. È un attualizzarlo, in modo tale che lo si rende contemporaneo a noi e don Giovanni Salvianoi vi partecipiamo direttamente, nello stesso modo in cui ne furono resi partecipi i primi che lo sperimentarono. Don Giovanni con il suo ministero pastorale in caserma e nelle parrocchie con cui collabora, rende partecipi le persone dell’evento di Cristo, interpreta il memoriale vivendo quell’evento della morte e resurrezione di Cristo in modo tale che esso segni la nostra vita e ci faccia vivere conformemente ad esso.   Ciò significa che chi partecipa all’eucaristia si impegna a vivere eucaristicamente, e cioè con i medesimi sentimenti del Cristo crocifisso. “ Inoltre  l’Ordinario militare non ha mancato di rimarcare le doti umane del cappellano.

A fine cerimonia l’arciprete Currò ha omaggiato il festeggiato donandogli un effige di Santa Barbara, patrona della città, mentre il sindaco Pulizzi, con un piatto in ceramica raffigurante  lo stemma del comune. Il primo cittadino, nell’intervenire e nel porgere i saluti a nome suo e della comunità francavillese, ha espresso: ”L’emozione provata in questa particolare cerimonia di anniversario, che confesso ho provato solo nel giorno del mio matrimonio. Avevo preparato un certo tipo di discorso – ha affermato –   ma la simpatia manifestata anche in questa solenne circostanza da Padre Salvia mi ha fatto propendere per un saluto sincero e spontaneo a questo benemerito nostro compaesano”.

Infine, Don Giovanni Salvia, ha rivolto un breve saluto ai presenti evidenziando: “Come sia bello trascorre trant’anni con Gesù perché tutto è suo dono e mistero. Il mistero del mio ministero sacerdotale è pascere, col proprio Vescovo, l’agire meraviglioso dello stare con la gente che ti viene affidata. Rispondere alla chiamata di Gesù significa parlare di Lui, del suo Vangelo. La diocesi di Imola (dov’è incardinato come sacerdote Don Giovanni n.d.r) e quella dell’Ordinariato Militare per l’Italia sono per me il <<sale della terra>>. Il cappellano militare è il prete di tutti e sta con tutti, è l’acquasantiera dove tutti attingono l’acqua della vita, per domandare alla mia povertà umana la ricchezza dello Spirito per amministrare i sacramenti al popolo santo di Dio”.

Don Giovanni Salvia è molto conosciuto in paese ed apprezzato per la sua spontaneità e per il so modo di fare a volte “fuori dalle righe” , inusuale, istintivo. È anche un poeta avendo pubblicato due silloge di liriche “La lentezza dei miei pensieri” (edita nel 1999) ed “Attratti dalla Parola” (2009).  Ci associamo al coro degli auguri rivolti per l’occasione a Don Salvia, con una breve considerazione.

Trent’anni di sacerdozio, rappresentano una tappa importante, ma pur sempre intermedia, per quanto potrà ancora fare del bene alla sua comunità. Attraverso il suo ministero   ha toccato il cuore e le coscienze non solo dei militari a lei affidati, ma anche di tutti  i cittadini di Francavilla e degli amici che in qualche modo ho coinvolto nelle sue lodevoli iniziative.

Anche quelli che non la pensano come lei, sotto il profilo religioso, la stimano e apprezzano il suo comportamento. L’amore che manifesta per Gesù Cristo lo trasmette in maniera amplificata in ogni suo approccio con il prossimo.
Questi nostri sentimenti nei suoi confronti ci autorizzano a considerarla come una risorsa in più che il Signore, nella sua magnificenza,  ci ha elargito per il nostro bene ed in particolare per tutta la comunità francavillese..  Il sacerdote in fondo, è anch’egli un pellegrino che, percorrendo i tornanti e attraversando i tanti incroci della vita, cammina verso una speranza più grande del suo orizzonte … intorno alla mensa, nella preghiera, magari dopo una giornata di fatica,  fa esperienza della tenerezza di Cristo
che si china su di lui e lo rincuora.

D’altro canto il sacerdote è anche segno di Cristo  quindi è chiamato a lavare i piedi dei tanti pellegrini che incontra sulla sua strada,  è chiamato a curare, a fasciare amorevolmente le piaghe fisiche e spirituali di ogni uomo che a lui si rivolge. È chiamato a far brillare sul suo volto,  il sorriso e la carezza di Cristo servo, perché il fratello, suo compagno di viaggio,  non si lasci sopraffare dalla paura, dalla fatica,  ma proceda con passo umile, quanto determinato,  verso il Sole.

Credo che per tutti noi l’incontro con Don Giovanni sia stato occasione per cogliere quello spirito di serena, cordiale accoglienza e disponibilità che lo contraddistingue, doti che senza dubbio lo aiutano anche nel suo Ministero.

Con tutto l’affetto, quindi, gli auguriamo che possa a lungo continuare nel suo apostolato a servizio di Cristo, confortato dalla certezza che il Signore gli è sempre vicino e guida i suoi passi.

Da parte nostra, oltre alla vicinanza affettuosa che ci lega, cercheremo di sostenerlo ricordandolo nella preghiera. Ad multos annos!

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