Gli amici Tunisini sequestrano i pescherecci siciliani

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di Salvo Barbagallo

 

In realtà non meraviglia più nulla nell’Italia dei giorni nostri. Non meraviglia di certo che l’ex premier Matteo Renzi urli ai quattro venti la sua collera e gridi al “complotto” sul caso Consip; così non devono suscitare stupore le parole del colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio Stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere. L’unico golpe che vediamo è quello perpetrato contro i cittadini della Repubblica, quelli che non hanno una casa e non hanno un lavoro; né dovrebbe suscitare sorpresa che il pm di Napoli Henry John Woodcock sia indagato per falso, in concorso con l’ ex capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, sempre nell’ambito della vicenda Consip.

Dovrebbero preoccupare (a nostro avviso, ma possiamo essere in errore) le vicende come quella del nuovo sequestro di un peschereccio siciliano in acque internazionali a sud di Lampedusa da parte di una motovedetta tunisina, o come quella dello sbarco al molo Ronciglio di Trapani, dalla nave “Aquarius”, di 371 migranti tratti in salvo l’altro ieri (15 settembre), in tre distinte operazioni, in acque internazionali al largo delle coste della Libia, una parte dei quali trasbordati dalla “Vos Hestia” della organizzazione internazionale “Save the Children”, o come quella dei continui sbarchi “fantasma” di migranti sulle spiagge dell’Agrigentino.

A essere “catturato” dai gendarmi tunisini è stato l’Anna Madre di Mazara del Vallo, lo stesso peschereccio che ai primi di agosto era sfuggito a un altro tentativo di abbordaggio. Questa volta l’abbordaggio è riuscito: a bordo dell’imbarcazione sono saliti cinque militari tunisini armati che hanno rinchiuso in una cabina il comandante, Giacomo Giacalone, hanno assunto il comando del peschereccio e, invertendo la rotta, si sono diretti verso il porto di Sfax. Un episodio che mette in ombra la trasferta del ministro Minniti in Tunisia, in cerca di collaborazione fattiva con il Governo di quel Paese in “materia” di migranti. Perché, come abbiamo avuto modo di scrivere qualche giorno addietro, la nuova rotta del flusso (più o meno “fantasma) di migranti è quella Tunisia/Sicilia.

C’è da dire che dei 371 migranti sbarcati a Trapani una parte erano stati raccolti dalla “Vos Hestia” della organizzazione internazionale “Save the Children” (304), e una parte (54) dalla nave della ong italo-franco-tedesca “SOS Méditerranée”, sulla quale operano anche volontari di “Medici senza Frontiere”. A dimostrazione che le navi delle Ong continuano ad operare.

Queste vicende non fanno notizia o (per essere malpensanti) non devono far notizia nel momento in cui si deve affermare a “tutto tondo” che il “problema” migranti è (quasi) risolto e che la collaborazione Italia/Libia/Tunisia sta andando a gonfie vele. Che poi venga “catturato” un peschereccio “Siciliano”, si spiegherà dopo che è stato un “incidente” non voluto, né determinato. E, infatti, nella realtà “mediterranea” d’oggi tutto è possibile.

 

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