A Francavilla ora è paura per avvelenamento cani randagi

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di Nello Cristaudo

 

Una denuncia alla Procura della Repubblica di Messina contro ignoti è stata formulata dal primo cittadino di Francavilla di Sicilia, Vincenzo Pulizzi, per l’avvelenamento di una cagnolina randagia  verificatosi nei giorni scorsi.

Parco giochi v.le Libertà

L’animale, che era solita stazionare nei pressi di piazza D’Aquino e del vicino parco giochi di viale Libertà, era divenuta ormai la mascotte di molti bambini che con lei vi giocavano, senza che ne avessero timore. Anzi l’avevano chiamata Luna e non appena  non la vedevano l’andavano a cercare nel luogo dove in genere soleva riposare.  Di piccola taglia, di colore bianco con macchie nere, di indole buonissima si accostava a tutti, piccoli e grandi, divenendo un animale d’affezione malgrado fosse randagio.

Il medico veterinario Giuseppe Mastroeli, chiamato in soccorso alle prime luci dell’alba, non ha potuto fare nulla per la piccola poiché le hanno propinato verosimilmente un boccone avvelenato. Non gli è rimasto altro da fare  che redigere il certificato di morte per “sospetto avvelenamento da esteri fosforici”, una sorte di pesticida – insetticida utilizzato spesso in agricoltura che contengono neurotossine.

Immediatamente informata del fatto la Polizia Municipale, è intervenuta prontamente ponendo in essere tutti gli atti dovuti in questi casi e, successivamente, il Sindaco, con propria ordinanza, ha disposto la distruzione della carcassa del cane randagio in un luogo di proprietà del Comune e il relativo infossamento in terreno lontano da falde acquifere. Inoltre,  ha dato disposizione che venisse bonificato il parco giochi con pulitura straordinaria.

“L’uccisione di un cagnolino randagio, buono come Luna, con la quale anche i miei figli giocavano, è un fatto di una ignominia estrema – ci ha dichiarato il primo cittadino Vincenzo Pulizzi –  che va segnalato alle autorità competenti come un atto di barbarie nei confronti degli animali.” E proseguendo nel suo discorso afferma:” È un fatto di una inciviltà e  crudeltà gratuita, specialmente farla morire in quel modo assurdo. Esistono leggi specifiche che tutelano gli animali,  anche e soprattutto i randagi, basterebbe educare la gente e farle applicarle che il fenomeno si ridurrebbe di gran lunga. Per questo ho esposto formale denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Messina al fine  di riuscire a perseguire i responsabili di simili atti di cattiveria perpetrati ai danni degli animali.”

Esche o bocconi avvelenati, sono il vero incubo di ogni proprietario di cani nonché una delle azioni più vili che si possano compiere nei confronti dei nostri amici animali. Che siano polpette, involtini di carne o prosciutto, carcasse di piccoli animali o anche uova, queste esche avvelenate sono in grado di agire in pochi minuti, spesso portando a una morte dolorosa i nostri cani. Diciamo cani perché normalmente Fido è più ingordo e propenso a ingerire cibo trovato occasionalmente per strada; il gatto normalmente è più diffidente e raramente si nutre di ciò che non conosce, e tuttavia il pericolo delle esche avvelenate non è da escludere nemmeno per Micio. Ma cosa si può fare nel malaugurato caso in cui il nostro cane ingerisse un boccone avvelenato?

Fondamentalmente se il nostro cane mangia un boccone avvelenato l’unica cosa da fare è agire tempestivamente. Tempestivamente significa nel giro di pochi minuti, e per poterlo fare, è necessario saper riconoscere i sintomi che ciascun veleno può indurre nel nostro animale e le conseguenze, anche mortali, che può provocare in funzione del dosaggio, ovvero della quantità di agente tossico somministrato nel boccone, della taglia e del peso dell’animale nonché del tempo intercorso dal momento dell’ingestione. L’elenco dei veleni utilizzati per confezionare le esche mortali è tutto sommato ristretto e la cosa più utile è quella di mandare a memoria o annotare i diversi veleni con i sintomi che possono provocare in modo da saperli riconoscere nel giro di pochi minuti e agire tempestivamente.

I più comuni sono i topicidi, il più diffuso e il più facilmente acquistabile veleno a disposizione, la stricnina, il metaldeide un veleno chimico usato come fitofarmaco e gli esteri fosforici usati appunto in agricoltura. Dopo essersi prontamente occupati di salvare la vita al proprio cane, nel caso di ingestione di un boccone avvelenato da parte del proprio animale è necessario poi pensare anche agli altri animali che potrebbero correre lo stesso pericolo: per questo è fondamentale rivolgersi con una denuncia presso i vigili urbani o i carabinieri. Le forze dell’ordine non solo dovranno provvedere a rimuovere le esche avvelenate e bonificare la zona ma qualora identificassero il responsabile dell’avvelenamento lo potrebbero perseguire a termini di legge: l’avvelenamento, così come il maltrattamento degli animali, è infatti un reato penale punibile con sanzioni economiche e anche con la reclusione.

Adesso in città si ha la psicosi dei veleni sparsi un po’ nelle zone a verde dove in genere si portano a spasso i cani. Ci auguriamo che una azione congiunta di cittadini attenti e delle forze dell’ordine possa evitare altri casi di avvelenamento di questi animali considerati i migliori amici dell’uomo.

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