Sicilia, il “risiko” delle elezioni regionali

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di Salvo Barbagallo

 

In questo torrido agosto, dove il caldo la sta facendo da padrone, chi si è ricordato del “grande caldo” sterminatore provocato dalla bomba atomica su Hiroshima settantadue anni addietro? In Italia forse pochi, in Sicilia sicuramente meno.

L’altro ieri (5 agosto) 50 mila persone si sono radunate nel parco della Pace di Hiroshima per commemorare il 72esimo anniversario del bombardamento atomico sulla città a ovest del Giappone. Insieme a loro rappresentanti di 80 nazioni e una delegazione degli ‘Hibakusha’, i sopravvissuti al disastro nucleare, la cui età media supera gli 81 anni. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ricordato come gli sforzi eroici degli Hibakusha servono a rammentare alla comunità internazionale le conseguenze devastanti delle armi atomiche: ma tanto basta?

In questo torrido agosto quanti responsabili della Cosa pubblica e quanti “politici”, che dovrebbero fare gli interessi della collettività Isolana, hanno “ricordato” Hiroshima e quanti si sono posti l’interrogativo sulla presenza (presunta e mai provata, o ammessa o negata) di ordigni nucleari (made in USA) nei depositi militari sparsi sul territorio siciliano? Non si ha notizia che qualche governante la Regione, o qualche deputato regionale, con i tempi che corriamo, si sia interessato alla delicata questione che, comunque, in molti suscita preoccupazione.

Con i tempi che corriamo, in questo torrido agosto in cui si prenderanno decisioni sicuramente importanti per i Siciliani, partiti, compagini più o meno politiche e leader (riconosciuti o improvvisati) si stanno affannando per trovare (im)possibili accordi (al momento) in vista delle prossime elezioni regionali. L’uscente presidente della Regione Rosario Crocetta si autoricandida al ruolo, quanti lo hanno sostenuto in precedenza (Matteo Renzi in testa) mostrano e dimostrano grande confusione nella scelta “definitiva” di un leader che li rappresenti, le Destre (?) continuano a litigare sull’autocandidatura di Nello Musumeci, mostrando e dimostrando forse una maggiore confusione in una incerta prospettiva, il Movimento 5 Stelle procede a carro armato mostrando e dimostrando d’avere idee più chiare sui concorrenti sul da farsi.

Il “risiko” delle imminenti elezioni regionali sta, dunque, in un “nome” che possa avere credibilità, e che possa raccogliere consensi nelle collettività stanche, che a conclusione (secondo i sondaggi) non hanno alcuna voglia di recarsi alle urne.

In queste condizioni chi mai potrebbe pensare agli ordigni nucleari, alla “pericolosa” e inquietante presenza fortemente e tecnologicamente armata “made in Usa”, e alle conseguenze che ne possono derivare, tenuto conto che il quadro internazionale oscilla nella continua instabilità e il Mediterraneo si è trasformato in mare di “pirati” d’ogni genere, dove tutti sono contro tutti.

Il “risiko” delle prossime elezioni regionali si gioca sull’autolesionismo dei Siciliani: si gioca in maniera spregiudicata da parte di contendenti riconosciuti soltanto da chi li sostiene, una parte minima e non certo rappresentativa della collettività.

La strategia del caos, in fin dei conti, è pagante per chi la sa manipolare.

In un agosto torrido, così come è avvenuto in precedenza in tante circostanze decisive, si gioca ancora una volta l’immediato futuro della Sicilia: è un peccato mortale che i Siciliani non se ne accorgano, preferendo delegare ad altri il loro destino.

Hiroshima e Nagasaki, in fondo, hanno insegnato ben poco…

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