Francavilla si stringe attorno alla famiglia del giovane Francesco Mamazza

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di Nello Cristaudo

 

Ha suscitato profonda commozione tra i francavillesi l’improvvisa scomparsa di Francesco Mamazza, un giovane di 25 anni, deceduto per un infarto acuto del miocardio che lo ha letteralmente fulminato. Francesco, conosciuto in città da tutti come “m’pari Ciccio”, era solito scorazzare per le vie del paese con la sua briosità ed allegria, che contaminava e metteva gioia anche quando, per qualche futilità, si arrabbiava e se la prendeva con tutti. Oggi le pagine dei social networks, principalmente facebook, sono piene di messaggi di cordoglio e di dolore per il giovane che era una sorta di figlio per tutta la gente di Francavilla.

Un ragazzone a cui il destino, ahimè sin dalla tenera età, era stato crudele imponendogli un piccolo deficit, che lui con la sua simpatia e la sua contentezza, era riuscito a trasformare in una sorta di jolly accettato da tutti.

Non era insolito, infatti, incontrarlo in un bar o in un salone per uomini o per strada, dove teneva banco con le sue storie e con i suoi discorsi  tenuti sempre ad alta voce: chi non lo vedeva lo sentiva. Ma era molto apprezzato per l’affetto che nutriva verso tutti e per la sua grande sensibilità, specialmente per le persone più anziane, a cui riservava il massimo del rispetto.

Oggi scompare un pezzo di storia di Francavilla di Sicilia – ci ha detto il primo cittadino Enzo Pulizzi – un giovane amato da tutta la popolazione che con la sua vitalità e la sua energia immetteva in tutti i francavillesi che lo incrociavano allegria e gioia. Siamo vicini in questo triste evento alla famiglia a cui porgo a nome mio e dell’intera comunità le più sentite condoglianze”.

Quella di Ciccio, malgrado la sua disabilità, non era una ridotta interazione con l’ambiente sociale come spesso avviene in questi casi. Lui, malgrado la sua condizione di svantaggio, riusciva a districarsi con un metodo tutto suo, nello svolgere le attività quotidiane.  Conoscevo personalmente  “m’pare Ciccio” e  lo avevo visto e ci avevo parlato sino poche ore prima della sua morte. Mi voleva un gran bene  e intuiva  che  quando gli dicevo alcune cose, ma mai a mo di rimprovero ma sempre con delicatezza, le osservava e mi diceva: “ u vidi tu si ca mi sai parrari”.  Egli amava stare all’aria aperta, amava il mare, giocare, mangiare, parlare e gridare a tutti che lui era presente, lui c’era!

Ci mancheranno le tue scorribande giornaliere per le vie cittadine  e pure  le tue buone urla, che subito ci avvisavano che qualcosa non andava in paese o per te personalmente.  Rimarrai sempre nei cuori dei francavillesi e possa il Signore Dio accoglierti in paradiso insieme agli angeli ed i santi, poiché anche tu appartenevi alla schiera degli angeli.

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