Carissimi dirigenti sindacali, iscritti, amici e colleghi

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Ho appreso, così come la maggior parte di voi, dagli organi di stampa, delle accuse che vengono mosse ai vertici della Organizzazione Sindacale che in provincia di Catania io rappresento nella mia qualità di Segretario e vi confido che, in prima battuta , sono rimasto a dir poco basito.

Ho dovuto leggere e rileggere più volte l’articolo in questione per capire di chi e di che cosa si stesse parlando cercando di trovare dentro di me le risposte più giuste alle domande che mi pervadevano nei primi e delicati momenti, mentre il telefono squillava come impazzito ed una sequela di incuriositi colleghi ed amici si affrettava a chiedermi se avessi letto .

Alcuni con garbo, altri con stizza necessitavano di una spiegazione, una analisi precisa, piuttosto che un commento che potesse rassicurarli sugli sviluppi di una situazione che, da articolo di giornale si andava via via definendo nell’opinione pubblica, come sentenza di cassazione!

A questo punto, ritengo doverosa una mia brevissima considerazione rispetto agli accadimenti.

Credo fermamente che le cose debbano sempre permanere nell’alveo naturale delle stesse, che nella vita farsi una opinione è giusto ma che ancora più giusto avere la forza, il coraggio ma soprattutto la volontà, di adottare un criterio oggettivo di giudizio a maggior ragione quando gli argomenti sono di natura così delicata.

Ed è per questo che come uomo, prima ancora che iscritto o dirigente sindacale del S.A.Di.R.S., esprimo la mia personale convinzione che, a seguito della ormai nota conclusione delle attività di

Indagine, tutti i miei colleghi coinvolti avranno la possibilità di chiarire l’infondatezza delle accuse mosse. Come dirigente provinciale, so di farlo anche a nome degli iscritti che a noi , in questi anni, hanno e continuano a dare fiducia, coscienti che dietro ad una qualunque sigla ci sono sempre uomini con la loro storia, il loro vissuto e le loro convinzioni, la loro morale.

E se è vero, che nella vita di può anche in parte sbagliare, è anche vero che, se questo avviene nella convinzione di muoversi in un contesto di legalità , attraverso norme e Leggi che regolamentano lo stato delle cose, ogni uomo, deve avere il diritto di conoscere quali sono  ed in quale dettaglio, le accuse che gli vengono mosse e, fino a quando nel nostro sistema giuridico predomina la presunzione di innocenza, nessuno si dovrebbe permettere di emettere sentenze sulla congruità o meno di presunte colpevolezze che, prevaricano e di molto il diritto d’opinione.

Per ultimo, ritengo doveroso concludere questo mio pensiero rivolgendomi direttamente ai colleghi Dirigenti Sindacali del S.A.Di.R.S. coinvolti in questa vicenda. Vi voglio bene e vi stimo, posso solo immaginare l’amarezza che vi pervade, e la faccio anche mia, ma, una cosa ho imparato, il tempo è sempre galantuomo e ti restituisce sempre la verità, mi auguro, quando ciò avverà, di poter contare sulla stessa solerzia e dovizia di particolari da parte delle testate giornalistiche che oggi vi hanno aprioristicamente condannati senza appello , per avere commesso il fatto. A nome dei  componenti la Segreteria Provinciale di Catania , oltre alla solidarietà ed alla vicinanza, nel ribadire la massima fiducia nell’operato degli organi investigativi competenti, auspichiamo caldamente, una rapida conclusione della vicenda anche tenendo conto delle future immediate importanti attività sindacali che, come ormai da prassi consolidata, ci devono vedere,  protagonisti sempre a difesa dei lavoratori di Comparto e Dirigenza dei dipendenti della Regione Siciliana.

Orazio Salvatore Zappalà

Segretario Provinciale S.A.Di.R.S di Catania

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