Scuola terzo millennio: memoria storica sottratta ai giovani

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di Carlo Barbagallo

 

Giorni addietro (3 giugno) nella sezione “Cultura” l’Agenzia Ansa riportava i dati emersi dalla websurvey di Skuola.net: Novecento: grande protagonista del quinto anno delle superiori e, quindi, della Maturità. Dove non mancheranno riferimenti all’attualità. Peccato che non sempre i ragazzi sono stati aiutati ad arrivare preparati all’appuntamento. Il 43% dei maturandi, infatti, alla vigilia degli esami, racconta di non aver finito il programma di storia in classe: il 24% farà forse in tempo ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale, il 10% si fermerà al periodo compreso tra i due grandi conflitti del Novecento e addirittura il 9% non è arrivato a finire neanche la Prima Guerra Mondiale. Solo il 57%, quindi, ha le carte in regola(…) Solo 1 studente su 10 è pronto ad affrontare la traccia di storia (…).Il 35% studierà la parte mancante della storia recente da solo: il 18% in vista di una possibile traccia, il 17% banalmente perché gli piace. Un altro 17% ha potuto conoscere molti avvenimenti grazie a programmi televisivi, fiction, video su Internet e documentari. C’è poi un 23% che cercherà di recuperare con letture aggiuntive assegnate dai prof per non arrivare totalmente privi di informazioni al momento cruciale (…).

Sono dati che dovrebbero far riflettere non solo in riferimento agli esami di Maturità e alle scelte che gli studenti (volenti o nolenti) sono costretti a fare: il problema, a nostro avviso, è di più ampia portata e riguarda la mancata “conoscenza reale” di ciò che ha preceduto i giorni in cui viviamo. Chi dovrebbe fornire agli studenti questa “conoscenza” se non la Scuola? Questi studenti di oggi che affrontano gli esami di Maturità saranno i professionisti di domani e alla maggior parte di loro, per l’attività che andranno a svolgere, di certo non rimarrà molto tempo per andare a scoprire cosa è accaduto un secolo prima, o come è nata la stessa Repubblica Italiana.

Gli studenti oggi magari li troviamo nei cortei contro i vari G7, nei cortei pacifisti, o nei cortei anti Trump, ma andate a domandare loro da dove nascono e cosa sono i cosiddetti Vertici dei Potenti del mondo, o perché i militari italiani stanno in Afghanistan, o perché in Italia ci sono un centinaio di basi statunitense fortemente armate: forse in pochi sapranno rispondere sulle vere “origini” della maggior parte dei mali che pesano sulle loro spalle.

Il nocciuolo della questione sta nei programmi scolastici che si impongono agli studenti, e la responsabilità, pertanto, cade tutta su questi “programmi” codificati per farli arrivare agli insegnanti, a loro volta obbligati a seguire le tracce date dal ministero competente.

Accantonando le svariate mistificazioni di parte nelle “Storie” raccolte nei libri di testo, c’è da rimarcare il processo di “cancellazione” di una “memoria” che dovrebbe appartenere a tutti, portato avanti da decenni e decenni. Una “memoria” che, con il trascorrere inesorabile degli anni, sarà impossibile recuperare. È solo aperta ipocrisia lamentarsi, poi, dell’ignoranza che caratterizza una classe dirigente, per non parlare di quella politica. Andare a rintracciare chi ha messo in moto questo devastante processo è già oggi impresa ardua: di certo un punto di partenza deve pur esserci stato. Un’analisi, comunque, andrebbe fatta, magari muovendo dalle origini della nostra Repubblica, eliminando “miti” e “leggende metropolitane” spacciate per “Storia”, così come normalmente avviene quando si presentano come “Cultura” interpretazioni di avvenimenti che non possono fare riferimento a “memoria documentata”. Difficile fare combaciare gli opposti: da una parte bisognerebbe eliminare la superficialità calcolata e solo apparente (quella che provoca la cancellazione della memoria), dall’altra parte fornire, mentre si è ancora in tempo, strumenti e risorse per le ricerche documentali, per la conservazione di un patrimonio che è di tutti, e per la conseguente divulgazione della “Storia reale” per come si è svolta.

Probabilmente una questione che (volutamente) non sarà risolta…

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