Autonomia Alto Adige “modello di civiltà”: l’Autonomia Siciliana che “modello” è?

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di Salvo Barbagallo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Merano in occasione della cerimonia per i 25 anni della chiusura della vertenza altoatesina, ha dichiarato:

La bandiera del Trentino Alto Adige

Lo statuto d’autonomia dell’Alto Adige è un autentico modello di civiltà (…) Questa terra ha trovato nello statuto d’autonomia una cornice per guardare con fiducia al futuro (…). Mattarella ha sottolineato che Bolzano spesso funge da punto di riferimento per altre realtà nel mondo, segnate da tensioni (…). Il Presidente della Repubblica ha, inoltre, evidenziato una delle caratteristiche di questa regione, la predisposizione al confronto che ha consentito di tener fermo lo sguardo verso un obiettivo comune: tutelare le popolazioni locali inscrivendo il rispetto delle loro identità, la loro autonomia, nell’ambito del grande progetto di pace e integrazione del Continente europeo (…).

Espressioni nobili e rispondenti alla realtà, quelle pronunciate dal Capo dello Stato in questa circostanza che portano, però  inevitabilmente, alla riflessione sulla Sicilia e sul perché questa regione a Statuto Autonomistico Speciale non è da considerare un autentico modello civiltà.

Merano
Merano

È indubbiamente vero che la storia del Trentino Alto Adige del dopoguerra è diversa da quella della Sicilia, ma è altrettanto vero che la concessione dell’Autonomia e dello Statuto Speciale è scaturita dalle forti contrapposizioni socio-politiche-linguistiche-culturali-territoriali che hanno animato all’interno questa regione, sino a quando non venne concesse l’Autonomia nel 1972, e solo nei decenni successivi la regione si è trasformata – come ha evidenziato Sergio Mattarella – in un autentico modello di civiltà… Chissà se il Presidente della Repubblica pronunciando queste giuste parole di elogio nei confronti del Trentino Alto Adige non abbia avuto un moto di amarezza pensando alla sua Sicilia, Regione “Autonoma” con uno “Statuto Speciale “ sin dal lontano 15 maggio del 1946. Un’Autonomia che meno di un mese addietro la Sicilia ha festeggiato con una “festa” tenuta quasi in sordina come se gli attuali governanti la Regione se ne vergognassero, o come se considerassero il ricordo della “ricorrenza” un “atto dovuto”, e nulla più. Era il 15 maggio del 1946 quando Re Umberto II firmava lo Statuto Autonomistico della Regione Siciliana con Decreto Luogotenenziale n° 155 (l’Italia era ancora una monarchia retta dal “Luogotenente” Umberto di Savoia). L’approvazione dello Statuto fu il patto politico che mise fine ai disordini ed alle rivolte che sin dal 1944 agitavano la Sicilia e che avevano anche portato alla creazione dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia). In quella data la Repubblica Italiana non era ancora nata. Lo Statuto Siciliano divenne poi parte integrante della Costituzione Italiana a seguito della Legge Costituzionale n° 2 del 26 febbraio 1948.

Palazzo della Regione Siciliana
Palazzo della Regione Siciliana

Ebbene, a noi piacerebbe che il Capo dello Stato spiegasse, soprattutto ai giovani Siciliani, agli studenti, agli operai (?), ai disoccupati, perché la Sicilia che ha avuto lo strumento dello Statuto Autonomistico Speciale, non è mai stata e non può considerarsi un autentico modello di civiltà? Forse solo perché in Sicilia c’è stata e c’è la mafia? O forse perché chi l’ha (mal)governata nel corso dei decenni e sino ad oggi non ha mai voluto applicare le norme dello Statuto Speciale?

Tante e tutte facili-facili le risposte che si possono dare: risposte che – ne siamo convinti – il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe dare altrettanto facilmente.

A noi, a tutti i Siciliani, sicuramente farebbe piacere che la nostra regione, la Sicilia, potesse essere definita un autentico modello di civiltà…

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