Il Turismo internazionale privilegia una Sicilia inerte

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di Carlo Barbagallo

 

Può apparire paradossale, ma il Turismo internazionale privilegia una Sicilia che fa ben poco per promuovere le sue enormi potenzialità, che fa ben poco per offrire servizi nei trasporti tra una provincia e l’altra. È il quotidiano La Repubblica che mostra l’inaspettato: Palermo meglio di Firenze e Siviglia, il capoluogo e Catania alle spalle delle mete tradizionali: Roma, Milano, Venezia e Napoli. Sono dati lusinghieri per la Sicilia quelli resi noti da eDream s sul turismo straniero previsto a Pasqua. Sarà ancora tempo di “Vacanze Romane” e l’Italia sarà ancora una volta meta privilegiata di viaggiatori stranieri, come all’epoca del “Grand Tour”. Ma soprattutto il barometro sulle prenotazioni provenienti dall’estero di eDreams, agenzia di viaggi online, svela l’exploit della Sicilia: Palermo e Catania superano in numero di arrivi in aeroporto una delle gemme del turismo straniero, la Firenze di piazza della Signoria e del Museo degli Uffizi. Il capoluogo siciliano fa addirittura meglio di Siviglia (…). I viaggiatori stranieri più presenti in Italia nel periodo Pasquale saranno i francesi, seguiti da tedeschi, spagnoli, britannici e belgi (…).

La Sicilia possiede grandi risorse, tante che lo sviluppo potrebbe diventare una realtà e non rimanere un mito. Di ciò ne sono convinti molti Siciliani, gli stessi che, poi, si chiedono perché lo sviluppo rimane una chimera. Gli interrogativi in merito bisognerebbe girarli a chi ha governato dal dopo guerra ad oggi l’Isola, ed anche a chi la governa oggi. La valenza del patrimonio che il territorio custodisce da millenni sembra che sia compresa solo dagli stranieri. Millenni di storia che possono leggersi nelle vestigia che il passato ha tramandato sino ai giorni nostri, eppure questo patrimonio non è valorizzato come dovrebbe da chi di competenza. Che, per esempio, se qualcuno vuole andare ad ammirare i mosaici di Piazza Armerina si deve avventurare in percorsi stradali da Terzo Mondo.

La situazione è sottolineata chiaramente dal presidente regionale di Confcommercio, Pietro Agen in una recente intervista: “Siamo convinti che tutto può ripartire dal Turismo. Il turismo è di tutti i settori economici quello che crea un moltiplicatore generalizzato. Se cresce il Turismo automaticamente cresce l’Agricoltura, crescono i Trasporti, cresce l’Artigianato, cresce il Commercio e cresce anche un certo tipo di Industria. Purtroppo la Sicilia negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta ha puntato essenzialmente sull’Industria e su una Industria particolarmente pesante ed inquinante, quella dei petroli. Abbiamo pagato assieme alla Sardegna un prezzo spaventoso allo sviluppo dell’Italia: qualcuno si doveva accollare i siti più inquinanti e quel qualcuno sono stati Sicilia e Sardegna. Ricordiamo cosa è Gela, ricordiamo cosa è Priolo, ricordiamo cosa è Termini Imerese: ci sono una serie di insediamenti che sono stati a dir poco devastanti. Nel Messinese anche… Quindi diciamo che un po’ tutta la Sicilia ha pagato prezzi altissimi. L’occupazione la crea lo sviluppo vero. Cosa ci manca? Ci mancano i Trasporti e le Comunicazioni, perché il Turismo non si fa se non ci sono le precondizioni, prima gli aeroporti. E gli aeroporti devo dire ci vedono in una posizione discreta, non dico di eccellenza: ci sono cose da fare ma in fondo la Sicilia ha una bella rete di aeroporti, ha quattro aeroporti su una popolazione di cinque milioni e mezzo di abitanti. Più che sufficiente per uno sviluppo turistico. Il problema poi è spostarsi da un aeroporto ad un sito turistico di cento chilometri di distanza: ci vogliono ore e ore, fra l’altro non con mezzi pubblici ma con mezzi privati. Quando penso che qualche settimana addietro a Modica si festeggiava perché ora c’è il “treno veloce” che in quattro ore circa porterà da Modica a Palermo….! Ma c’è da rimanere sconvolti! Lo stesso orario, anzi molto meno, si fa da Roma a Milano. Allora siamo indietro di cinquanta anni nella rete dei Trasporti. O investiamo nella rete dei Trasporti di tutti i tipi, ferro e gomma, oppure lo sviluppo turistico sarà sacrificato…”..

Negli ultimi anni nel sud est della Sicilia è boom di turismo internazionale: lo sostiene un recente rapporto del CENSIS che analizza i dati concretamente: nel Ragusano  tra il 2010 e il 2015, si è avuto un +60 per cento di arrivi e presenze dall’estero. L’anno scorso hanno rappresentato il 40 per cento dei volumi del locale settore alberghiero (era il 29% nel 2010), un terzo nell’extra-alberghiero (era il 20% cinque anni prima) con una permanenza media di 4,8 giorni (…). Per i ricercatori del Censis, tutto è iniziato a cambiare nel 2002, quando l’Unesco ha inserito le città barocche del sud-est della Sicilia (Caltagirone, Noto, Modica, Palazzolo Acreide, Scicli, ecc) nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità. Un riconoscimento che ha fatto accendere i riflettori mondiali su quest’area ed è diventato un efficace strumento di promozione del territorio poi amplificato dal successo della fiction Rai del “Commissario Montalbano”.

Questo “interesse” del Turismo internazionale verso la Sicilia è confermato anche dai Paesi al sud dell’Isola: basti considerare il nuovo collegamento aereo bisettimanale Catania-Marocco inaugurato alcuni giorni addietro e programmato per la Summer 2017 con il vettore “Air Arabia Maroc”, leader del trasporto aereo low cost nel Paese africano. Il volo è operato da nuovi  Airbus A-320 con 174 posti, già tutti occupati.

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