Rivisitazioni fantastiche: inferno dantesco e diluvio universale

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di Guido Di Stefano

 

Sarebbe un grande dono del Cielo il veloce ritorno del padre Dante Alighieri tra di noi! Potrebbe creare una vigorosa e passionale visione dell’inferno, affondandone le profondità negli inferi degli inferi ovvero nella dimensione dello zero assoluto e del nulla cosmico!

Forse collocherebbe un decimo cerchio sotto la “giudecca”: il pozzo della nera piramide. Sarebbe probabilmente il  pozzo impermeabile del  gelo assoluto  dal cui fondo svetterebbe verso il nulla una altissima ed esilissima piramide oscura sulla cui cima sarebbe incastrato il segno di un demoniaco potere e della sua voce: il nuovo ordine mondiale unipolare  il cui messaggio monotono recante il pensiero unico universale rimbomberebbe  sminuzzando  di continuo i dannati. Chi sarebbero i dannati? Gli umani indegni che, passati e/o contemporanei, hanno offeso e tradito contemporaneamente e senza sosta gli uomini, la natura e il Creatore  e che, somma iniquità, tradiscono anche sé stessi  nell’adorazione e nella brama dello scettro dell’impero del male.

Sarebbe ben pieno di stra-dannati questo cerchio. Pensate  che dovrebbe contenere gli ideatori, aspiranti,  inseguitori, sostenitori, cantori, aedi, trombe, tromboni, mentitori  per questo potere folle. Si ritroverebbero tutti lì ammassati e aggrovigliati come serpenti (o vermi) attorno alla piramide dello scettro nel vano tentativo di raggiungerne la vetta. E ogni qual volta si approssimassero alla cima  il cupo rimbombo del loro amato pensiero uni li sbriciolerebbe come grandine rimescolandoli alla base, dove si ricomporrebbero caoticamente riprendendo le sembianze del volto ma non l’identità dell’essere. E basterebbero i personaggi degli ultimi cento anni!

E magari il buon  Dante commenterebbe che le personalità presenti  nel nuovo cerchio nonché nell’attuale presente “sembrerebbero indicare” che troppi occidentali hanno perduto il “cammin di nostra vita” (la vera essenza costruttiva delle culture mediorentali, mediterranee, greca, romana, ecc.) per perdersi tra i rovi dei “pensieri unici” dell’inquisizione e altre manifestazioni disumane ed estremistiche, ammantate sempre con le ipocrite vesti di volontà e bene superiori e/o all’occorrenza di asettici linguaggi “senza anima”: parlare elegante e forbito per dire insieme tutto e niente; arzigogolare dialetticamente  per “decodificare”  ogni fatto e/o misfatto “ad usum amicorum aut contra inimicos”.

Partendo  dalle superiori “lamentazioni” è facile proiettarsi  indietro di parecchi millenni per rivisitare l’epopea del diluvio universale.

Esordiamo con la citazione nell’ordine di due diverse fonti: mesopotamica ed ebraica.

Questo si tramandava in Mesopotamia millenni prima della stesura biblia:  “Le persone sulla terra erano diventate così numerose da disturbare il sonno degli Dèi con il loro baccano, così Enlil adirato, riunì il consiglio superiore presieduto da An, Ninurta  ed Ennugi ). Insieme decisero per la fine del genere umano…”. “… Enki non era favorevole … e decise di avvisare Utnapishtim (a noi noto come Noè)”.

Questo racconta la Bibbia: “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo

… Il Signore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti”… Salvo poi, nella sua componente misericordiosa, quasi fosse l’Essere non adirato, avvisare e istruire Noè.

Analizziamo i due motivi salienti, limitandoci per brevità a questo giovane terzo millennio: la malvagità e il rumore.

Finché Saddam Hussein guerreggiava “per conto terzi e per diletto” (come sembra di leggere nelle cronache)  utilizzando armi chimiche non fu sanzionato ed esecrato dai doppiopesisti occidentali; ma quando, verosimilmente, si rifiutò di asservire del tutto la sua nazione (risorse in primis) ai suoi probabili “datori di lavoro bellico”  fu “eliminato”, la sua nazione devastata e il suo popolo esposto ai più nefandi massacri. Una isterica e mediata campagna di accuse risultate infondate (ma prontamente avallate da commissioni più “super rationem et veritatem” che “super partes”) accompagnò il crimine per il quale nessuno ha mai pagato e di cui qualche grande colpevole visibile tende a vantarsi (non è stato forse detto che “il mondo senza Saddam è migliore”?).

Finché  Mu’ammar Muhammad Abu Minyar ‘Abd al-Salam al-Qadhdhafi, alias Mu’ammar Gheddafi, si dilettava a minacciare l’Italia o lanciava i suoi missili oltrepassando l’isola di Linosa, andava bene per tutto l’occidente e in particolare per la comunità europea e per il braccio armato della NATO. Ma quando lo stesso “tiranno” si impegnò a fermare i migranti (e lo fece) e cominciò a favorire l’Italia con commesse e contratti “energetici” ecco che con la nobile motivazione della tutela di diritti umani  violati (proprio quando si era calmato!) il braccio armato della NATO trascinato dall’amico governo di Francia (da qualche anno rientrato nella confraternita armata)   e con la benedizione di alcuni “altruisti” italici colpì la Libia, dannò esplicitamente alla morte per esecuzione sommaria Gheddafi e precipitò il popolo libico nel caos e nella morte.

Sorvolando un poco su tutta la didascalia dei governi e dei popoli su cui è caduta la “distruttiva” benevolenza dei “politicamente corretti” occidentali (solleciti a provare anche “prodotti di uranio” in casa altrui con l’ausilio di italiche o altrui cavie) citiamo velocemente qualche situazione molto eclatante e nel contempo molto ignorata dagli adoratori del “pensiero unico”: lacrime e sangue in Siria, Yemen, Nord-Africa, Centro Africa e altre zone del vecchio e nuovo mondo.

Chissà perché Prefiche e Cassandre urlano sempre di non dissociarsi dal pensiero unico  “con tristo annunzio di futuro danno” e aiutate dai “coriferi” attribuiscono tutte le colpe e le nefandezze agli “altri” pur in assenza di prove certe o addirittura in dispregio alle prove!

Cui prodest? A chi più ha e più vuole, sembrano indicare i fatti e le esibizioni di pochi prescelti: ed essi  manifestano atteggiamenti nella gestione del potere non riconducibili  in nessun caso alla volontà popolare e meno che mai a quella divina.

Quindi poiché “la malvagità degli uomini è grande sulla terra e  ogni disegno concepito dal loro cuore non è  altro che male” succederà forse che “il Signore si pentirà  di aver fatto l’uomo sulla terra” e lo spazzerà via?

Neanche la versione più antica del diluvio lascia ben sperare.

Sulla terra siamo troppi; così dichiarano tanti saggi salvo poi eventuali ripensamenti come nel caso dell’accanimento culturale per il controllo rigido delle nascite protrattosi per mezzo secolo in occidente, seguito oggi dai proclami (ad opera delle stesse fonti culturali) che siamo diventati popoli di vecchi cui necessita l’immediato apporto di nuovi giovani e nuovi bimbi.

E con il nostro baccano disturbiamo il sonno degli dei! Se  scientificamente  allarghiamo “l’insieme  baccano” possiamo estendere il suo campo fuori dei semplici “rumori” (compresi dagli infrasuoni agli ultrasuoni)  e passare:  a tutte le “vibrazioni” elettromagnetiche” comunque utilizzabili per trasmettere e ricevere (immagini e messaggi), per sondare-esplorare-scoprire-colpire in terra e nello spazio; insomma a tutto quello che generiamo e può interferire, disturbare, proteggere.  Quanto rumore spargiamo nell’etere e nell’universo! Quanto elettromagnetismo assurdo e inutile bombarda e manda in tilt la vita e i delicati equilibri ambientali!

E chissà quante nefandezze e quanto baccano  ignoriamo.

È prossimo un nuovo diluvio? Boh!?

Scientificamente sono certe alcune considerazioni:

La vita è movimento e il movimento non si addice a un unico livello di energia a livello nullo (o anche minimo: l’appiattimento a zero vuol dire livello energetico zero e quindi la morte, il nulla.

L’armonia dell’umanità, della natura, del mondo, dell’universo rifiuta l’unipolarità. La vita non è unipolarità.

Anche il più piccolo magnete è “bipolare”!

L’umanità è cresciuta e ha progredito nella multipolarità, nelle identità, nei confini!

La verità si nutre di multipolarità; l’armonia vive di verità; l’ordine prospera nell’armonia; l’ordine è giustizia; la giustizia è vita!

Ma sono umani questi  esseri infatuati del nuovo ordine mondiale unipolare, unipensante, amorfo (senza identità)?

Hanno mai sentito parlare delle scuole e/o dei “salotti” (letterali, artistici, culturali in genere) dove gli umani si  confrontavano educatamente,  si perfezionavano e creavano?

Sembra che forse, per dirla con il Giusti, che “i loro cervelli, Dio li riposi, in tutt’altre faccende affaccendati, alla verità sono morti e sotterrati

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