ONG finanziate dai trafficanti? È un’ipotesi concreta

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di Luigi Asero

 

Il dibattito è aperto: chi organizza il traffico di esseri umani? Chi ci specula? Chi supporta un sistema che ha tanti possibili obbiettivi a parte il vile denaro? 

Sono interrogativi che sono alla ribalta in questi giorni, dopo che in pochi -inascoltati- abbiamo cercato di avvisare per anni del rischio. Sotto il mirino c’è il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, “reo” d’aver squarciato il velo dell’ipocrisia sull’argomento. Immediate le reazioni politiche con ministri che si stracciano le vesti certi che “non ci sia prova e che non si possa generalizzare“, richieste di chiarimenti, eminenti esponenti della “cultura” che improvvisamente scoprono che la magistratura si può attaccare. Gli stessi peraltro che finora hanno (a parole sia chiaro) difeso l’autonomia della magistratura. Quelli che grazie alle belle parole fanno continua vetrina televisiva diventando “opinion leader” in un Paese (l’Italia) che opinioni proprie non ne ha più. Uno per tutti Roberto Saviano, che senza i suoi teleromanzi della serie Gomorra (dove in una Napoli che non esiste pare si spari ogni minuto, anche fra consanguinei), ecco, uno che senza questa serie e le comparsate tv forse farebbe il cameriere al bar del porto.

Ecco, questa è la situazione attuale. Situazione in cui non passa giorno in cui non sbarcano migranti (non più sui gommoni ma guarda caso tutti su navi delle Ong o -al peggio- della Marina Militare) e fanno notizia soltanto quando gli sbarchi riguardano migliaia di migranti, come i circa 8.500 sbarcati pochi giorni fa in Sicilia. In tutto questo caos pare che, a sentir lor signori, nessuno ci stia guadagnando.

Eppure non è difficile comprendere come in un piano del genere, che non è certo un flusso semplicemente spontaneo, ci siano una serie di risvolti le cui drammatiche conseguenze potranno vedersi soltanto nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Chiaro l’avvertimento del Procuratore di Catania Zuccaro: c’è un piano che mira a destabilizzare politicamente ed economicamente l’Italia. Renderla fragile e appetibile per i grandi mercati finanziari. Un piano che non dovrebbe stupire nessuno. Invece stupisce.

E stupisce perché ci sono tre livelli di persone che sono favorevoli all’accoglienza tout court senza guardare in faccia nessuno e senza alcun filtro. I trafficanti di esseri umani, per i quali trattasi di semplice “merce”; coloro che mirano a creare nuovi “competitor” nel mercato del lavoro (così da abbassare i costi del lavoro per i poveri “imprenditori”) e infine gli ingenui, quelle persone cioè che in assenza di informazioni (e spesso nella più assoluta ignoranza dei fatti) pensano che accogliere sia “essere buoni”.

La questione è ben lontana dall’essere risolta. Nessuno sembra voler ragionare e attuare una seria programmazione del fenomeno migratorio. In fondo, forse, va bene così. Agli affaristi come ai pigri.

In attesa di un conflitto (mondiale?) che resetterà tutto il sistema e che -certamente- ci vedrà perdenti, perché il nemico forse, lo stiamo già importando. Anzi, lo abbiamo già ospitato a casa nostra.

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