Si celebra l’Europa all’ombra del terrorismo jihadista

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di Carlo Barbagallo

 

Nel Terzo Millennio, nel mondo della globalizzazione, si celebra l’Unione Europea all’ombra del terrorismo di matrice jihadista: Roma domani è città blindata per i 60 anni della firma dei Trattati, attesi quaranta Capi di Stato, di Governo e di vertici dell’UE. E blindate sono anche le altre capitali dei Paesi europei. Tutto ciò a tre giorni di distanza dell’attentato “individuale” a Londra, che ha provocato quattro vittime e decine di feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Roma città “messa in sicurezza” da migliaia di uomini delle forze dell’ordine per prevenire e scongiurare possibili disordini provocati da facinorosi che, facilmente, possono inserirsi nei cortei che antagonisti  e raggruppamenti anti UE hanno programmato in occasione dell’anniversario. La cerimonia ufficiale, con i leader politici, si svolgerà domani al Campidoglio dalle 10, e il centro storico della capitale è stato praticamente bloccato sin dalle prime ore di oggi: le disposizioni sulla sicurezza hanno provocato polemiche e reazioni anche da parte dei commercianti. Sono sei i cortei e sit-in in programma in città il 25. Il più numeroso e a rischio è quello dei movimenti della piattaforma Eurostop, che raccoglie varie sigle (dai No Tav ai Cobas ai Comunisti). Nelle zone dove si svolgeranno i cortei, sono state attivate sin da ieri cento telecamere di controllo in più di quelli esistenti. Alla manifestazione contro l’Europa si attendono anche antagonisti dall’estero, in particolare da Francia, Germania e Grecia. Il rischio è che tra gli 8 mila manifestanti previsti possano mescolarsi violenti e black block.

Quindi non solo prevenzione contro possibili attentati di matrice jihadista che, in questo momento, si cerca di attenzionare in maniera particolare, viste le modalità con le quali il fanatismo può mostrarsi, come periodicamente hanno dimostrato le azioni criminali individuali ispirate o pilotate dall’Isis. Un fenomeno difficile da fronteggiare, ma che in Italia è seguito approfonditamente anche a causa del forte e ininterrotto flusso di migranti. “Fenomeni di radicalizzazione al terrorismo sono stati registrati in un momento successivo all’ingresso in Italia da parte dei migranti e lo registriamo nell’ambito della popolazione carceraria“: lo ha detto il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, intervenuto giorni addietro sul fenomeno migratorio nella seduta del Comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. Zuccaro ha aggiunto: “Ci giungono segnalazioni molto concrete di fenomeni di reclutamento, di radicalizzazione che vedono come promotori alcuni dei migranti che sono stati arrestati per avere commesso degli illeciti e che a loro volta tentato di fare proselitismo nelle carceri“. Inoltre il procuratore di Catania ha sottolineato che “Quello che noi riteniamo, ma sul punto non abbiamo indicazioni documentali certe è che una parte dei proventi del traffico dei migranti clandestini finisca nelle mani di soggetti che operano e che hanno organizzazioni militari o paramilitari. Quindi non si possono escludere anche organizzazioni che siano collegate con il mondo del terrorismo”.

La situazione presenta uno scenario nebuloso anche in Sicilia, dove a fine maggio a Taormina si terrà il G7, e già per la sicurezza dei partecipanti sono state predisposte le misure che si sono rese necessarie, così come si è provveduto per Roma nell’anniversario dell’Unione Europea.

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