Prigionieri del nulla

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di Guido Di Stefano

 

Se la verità è “il tutto”, allora il suo opposto, la menzogna, è il nulla. D’altra parte però non si può affermare che le mezze verità rappresentano la metà del tutto, poiché la verità è un unicum (entità monolitica), non  frazionabile: o è intera e quindi il tutto o non è intera e quindi mancando l’unicum precipita nel nulla. E il nulla diventa l’oscura prigione dell’intelletto, della mente, dell’anima immortale, del libero arbitrio, dell’entità umana in tutte le sue manifestazioni; un’oscura prigione che ci estranea  dal creato e dal Creatore; forse sarebbe più esatto dire una gabbia sempre più stretta, le cui sbarre non discerniamo a causa delle tenebre che avvolgono tutto e  vengono negate dai carnefici oppressori  nemici della verità e votati alla continua offesa dell’uomo, della natura e dell’Altissimo.

Qualcuno magari obietterà sconfortato che la menzogna è nata con l’uomo. Noi opponiamo che la menzogna è il frutto e nel contempo l’arma di due categorie: tutte le “prede” del delirio di onnipotenza, male comune e corrente per quanti si trovano a gestire un potere immeritato, totalmente immeritato qualunque sia la sua origine e la sua  nobiltà di intenti; tutti gli ammalati di “bulimia” dell’oro, mercanti delle proprie anime e delle vite degli umani, in quanto traducibili in numeri monetari, ancorché virtuali.

Miti, leggende, saghe, testi sacri, cenni storici  raccontano i deliri e l’ingordigia degli uomini drogati di potere e ricchezze con maggior pericolo quando si “alleano” le diverse componenti umane  che dovrebbero operare e “vigilare” separatamente. E l’incontro tra i vari poteri e le diverse “finalità” da sempre ha indotto nella tentazione dell’imposizione del “pensiero unico”, quale “teologia” del reiterato tentativo di “nuovo ordine mondiale”. Ma può chiamarsi nuovo un vizio antico?

Abbiamo ancora memorie delle tragedie e dei massacri  avvenuti negli ultimi due millenni, caratterizzati da imperi, invasioni, colonizzazioni, esportazioni di civiltà  fede e tutti i nobili ideali che riuscite a pensare! Ma il vero scopo? Non quello dichiarato ma l’affermazione di comando e sfruttamento di uno su tutti in virtù delle armi, della ricchezza, della (personale) volontà dell’Altissimo. Forse hanno causato più morti e distruzioni i “nobili ideali” strombazzati “ad usum populorum”  che non le invasioni di vecchia memoria, attuate per costruirsi un nuovo habitat, una nuova casa accanto ai nativi!

Come una funzione esponenziale negli ultimi settant’anni il grande errore ovvero l’arte della “non verità” (o menzogna) è cresciuto a dismisura: è cresciuto oltremodo l’esponente con il calcolato impiego di tutti i nuovi strumenti tecnologici e scientifici (anche le armi)  utili a diffondere  caos, paure, malcontenti e “ricambi” di dubbia spontaneità; e quando è proprio necessario vengono esasperati argomenti di vita quotidiana (tragedie e/o scandali) per distrarre-sovrainformare-confondere le genti. Intanto le bombe cadono, i bimbi muoiono, le mamme piangono, i popoli vengono massacrati e/o “esodati” , nell’indifferenza generale e nel tintinnio dei calici festosi e dei metalli sonanti nelle “sicure” stanze pregne di delirio di potere e aurea bulimia.

Certi signori hanno plaudito (o forse programmato?) primavere tramutatesi subito in “inferni”; hanno gioito (o aiutato?) rivoluzioni “a colori”  (ovvero colorate), che hanno evidenziato  il “rosso” del sangue, il grigio delle “macerie”, il nero della “disperazione”.

E di primavere parlando vi consigliamo di “esplorare” il sito internet di “Imola Oggi” partendo dal pezzo “Vescovo di Ferrara: Ratzinger si è dimesso perché ha subito pressioni enormi” , Golpe Vaticano, accusa dei tradizionalisti Usa: “Così Obama ricattò Ratzinger” e  il collegato Come lo Swift (banche) ricattò Benedetto XVI per costringerlo a dimettersi”.

Siamo portati a credere  “in toto” alla “verità” sulla “cacciata” di  Ratzinger  in forza di uno stralcio desumibile da un  pezzo pubblicato il 29 settembre 2016 su “CRONACA, NEWS” di “Imola Oggi”  dalla titolazione già sopra riportata e cioè “Come lo Swift (banche) ricattò Benedetto XVI per costringerlo a dimettersi (a firma Maurizio Blondet)”; leggiamo tra l’altro: … “Con quanta fretta sia stata attuata l’espulsione di Ratzinger lo suggerisce anche un particolare che ha tratto fuori Luciano Canfora. Simpatico comunista non pentito, ma bravo storico della romanità e latinista, egli ha notato nel motu proprio con cui Benedetto XVI ha giustificato le sue dimissioni con l’età (“Ingravescente Aetate”) una serie di errori di latino: errori elementari nella concordanza dei casi, da far arrossire uno scolaretto. Ora Ratzinger non può aver commesso questi errori. Il testo è stato scritto da altri, e lui è stato spedito via dal Vaticano platealmente, in elicottero ripreso in mondovisione?”.

In questo turbolento contesto contemporaneo ci avviciniamo sempre più al Albert Einstein (grande senza frenesia di potere) nella fiducia del  Soprannaturale, di quel Misterioso Altissimo, la cui Essenza e Verità non è legata a quanti si dicono suoi rappresentanti in terra, spesso mentendo.

Infatti, tanto per capirci e farci capire, citiamo qualche parola di Gesù di Nazareth:

chi vuole essere il primo sia il servo di tutti …;

… guardate gli uccelli dell’aria … guardate i gigli del campo …;

… non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che viene dalla bocca di Dio …;

ci sono altre pecore che non sono di questo recinto; eppure sono pecore mie e un giorno io le chiamerò ed esse mi seguiranno

Non sembra a prima vista ma ha indicato le linee guida per tutti, i capi per primi: dovere,  fede e semplicità, conoscenza e coscienza , vera universalità (senza perdere radici, identità, cultura) e vero ruolo del capo (precede e dà l’esempio). Esattamente l’opposto della pratica dominante in occidente, nella maggioranza di nazioni-istituzioni-aggregazioni.

Diciamo sempre che “non è l’abito che fa il monaco”: e dimentichiamo di aggiungere che è il saio a vestire il monaco.  Pensandoci sopra sembra che “ab antiquo” in occidente troppi personaggi in vista non riflettono abbastanza sulla nostra “ereditata saggezza”: “l’abito non dà onore (o non rende giusto) a chi lo indossa; ma chi lo indossa deve onorare (o rendere giusto, immacolato) l’abito”. Però non è da tutti non esaltarsi indossando l’abito del potere o della ricchezza: solamente i “giusti”, intimamente giusti,  possono!

 

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