G7, l’ombra ambigua del terrorismo a fasi alterne anche su Taormina?

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di Salvo Barbagallo

Compare e scompare periodicamente, ma ciclicamente, l’allarme terrorismo in Italia: un rapporto qua e là dell’intelligence di casa nostra fa costantemente presente che l’Italia è un obbiettivo degli jihadisti dopo le sconfitte subite e che subisce in territorio africano.

Il termine “terrorismo” è come un’ombra ambigua (oltre che oscura), ma il detto “al lupo, al lupo!” ha funzionato e la collettività (almeno nelle grandi città) si è abituata alla presenza delle pattuglie dell’esercito armate di tutto punto che circolano per le strade, così come appare “normale” la presenza dei vigili urbani agli incroci non serviti dai semafori. L’allarme terrorismo procede su binari di completa “normalità”, a corrente alternata e a corrente alternata procede pure l’attenzione comune verso annunciati pericoli che (per fortuna e sino ad oggi) non hanno trovato riscontri nel nostro Paese. Gli avvertimenti sulla necessità di tenere alta la guardia si fanno più appariscenti in prossimità di eventi che prevedono presenze e partecipazioni di personaggi con caratura internazionale, nei cosiddetti “vertici” fra i responsabili delle grandi (o medie) Potenze, nei “summit” con cadenze prestabilite dove cambia solo la location, comunque preannunciata.

In Sicilia, per esempio, massima preparazione per la sicurezza in occasione del G7 che si terrà a fine maggio prossimo: è stata avviata da mesi la mobilitazione, silenziosa e anche visibile (gradualmente), degli apparati predisposti alla tutela delle delegazioni che arriveranno nella “Perla dello Jonio”. Si parla di “zone rosse” già predisposte, dove potranno circolare soltanto i residenti, ovviamente provvisti di regolamentari “pass”, si sono avviati (anche se con gli inevitabili ritardi) i cantieri per rendere “accessibili” e “godibili” le arterie dove dovranno transitare le vetture degli “ospiti”, il sottosegretario Maria Elena Boschi si è attivata da tempo per accogliere nel modo dovuto le “first lady” dei Capi di Stato dei Paesi che fanno parte del G7, ha dato anche suggerimenti di natura floreale per rendere ancora più affascinante Taormina, la presenza più confortante, comunque, sarà data dai 6.500 uomini, in parte già in loco (Esercito, Polizia, Finanza) che presiederanno la cittadina siciliana. A queste unità per la sicurezza devono aggiungersi gli uomini dei Servizi segreti (non solo italiani) che sono al lavoro da tempo, e gli agenti di scorta dei singoli personaggi che rappresentano i Paesi del G7. La parola “terrorismo” per questo summit di Taormina non è stata pronunciata, non occorre pronunciarla, è sottintesa ovviamente, anche se nel carnet della prevenzione sono state messe ufficialmente solo le previste contestazioni dei “no global” e similari, con i possibili “incidenti” e “scontri” che si potranno registrare, ma lontani da Taormina la quale, da questo punto di vista, è una vera roccaforte. In ogni caso sono stati predisposti quattro Pma (Punti medici di assistenza) con medici e infermieri di primo soccorso. I quattro posti medici avanzati saranno allestiti nelle zone di Porta Catania e Porta Messina (parcheggi Porta Catania e Lumbi), nella frazione di Mazzarò (piazzale della funivia) e a Giardini Naxos e potranno utilizzare 25 ambulanze. Inoltre in stato di allerta nei giorni del summit saranno anche sale operatorie dedicate, le guardie mediche rafforzate e raddoppio dei turni nei pronto soccorso degli ospedali della zona ed è stato attivato in questa direzione pure il Peimaf (Piano emergenza interno massiccio afflusso feriti) per l’ospedale Ircss Piemonte di Messina. Come dire, nulla viene lasciato al caso.

Che se ne parli, oppure no, resta alta la preoccupazione per i foreign fighters jihadisti che a seguito della perdita di territori dello Stato islamico possono essersi trasferiti in Europa e quindi anche in Italia: negli 007 c’è la convinzione che l’Isis possa tentare un colpo di coda, cercando presto l’occasione per un attacco che faccia scalpore. I “segnali” che giungono ai Servizi di sicurezza mostrano che sono presenti sul nostro territorio aspiranti kamikaze privi di armi ma capaci di usare qualunque strumento per cercare di uccidere.

 

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