Somma giustizia è somma ingiustizia

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Summum ius summa iniuria

aut

indecorum est omne nimium

aut

nimium parvum aequat

     Somma giustizia è somma ingiustizia

oppure

è  indecoroso ogni eccesso

oppure

l’eccesso equivale al mancante.

Abbiamo esordito nella lingua dei padri del diritto, traditi ripetutamente e sempre più tragicamente dai potenti nostrani che dimenticano la precarietà del loro ruolo: “pro tempore”.

La prima espressione è quella aulica e spiegata espressamente ricorda che  “la rigorosa (somma) applicazione del diritto genera spietata (somma) ingiustizia”.

La seconda, sempre aulica, evidenzia l’immoralità di ogni eccesso.

La terza, più popolare, comunica che “il troppo è come il mancante”; se vogliamo continuare con le espressioni popolari troviamo anche “il troppo stroppia” oppure se preferite “l’eccesso offende più violentemente del troppo poco” .

L’occidente, a nostro avviso, è “perduto”. L’eccessivo respiro dei vapori del pluto-tecnocratico perfezionismo ha portato l’occidente all’autoconvincimento e all’autoproclamazione di assoluta (somma) perfezione in ogni manifestazione di vita, subito seguite dalle pratiche e tragiche applicazioni utilizzando la “coperta” della “mala informazione” (sostituita alla verità) e connesse demonizzazioni; va da sé che l’arroganza della perfezione si accompagna anche alla doppia morale!

Cosa c’entra la nostra Sicilia? Si presenta attualmente  parte e serva al contempo di questo perverso sistema di “cose somme”: vittima dei poteri extra-europei (e delle dettate alleanze), europei, italici e pure siculi.

Somma giustizia, somma competenza, infallibilità nei palazzi del potere dove  tutti i prescelti abitatori sono giusti, perfetti, infallibili: lo dicono loro i prescelti e lo tuonano anche i loro “santi protettori”, tutti egualmente dotati di un particolare fiuto chiamato aulicamente “intuitus personae” (letteralmente intuito della persona).

E ogni loro poltrona, per dirla con Dante,  “sta  come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar di venti” .

Giudicate voi.

Il sito istituzionale del “Dipartimento del bilancio e del tesoro – Ragioneria generale della Regione” con le sue pubblicazioni del periodo 09-13 gennaio 2017 può darci ulteriori chiarimenti sugli effetti pratici della somma perfezione normativa e applicativa imperante nella nostra terra “lacrimosa”.

Il DDG n. 80258 del 11.01.2017 per il 30.12.2016 rivisita e modifica due decreti e precisamente  il  DDG 80253c del 16.12.16che trattava Euro  159.948,32 e il DDG 80212  del 21.9.16 che trattava Euro 125.612,91, con il recupero di un centesimo per ciascun decreto e totale pari a due centesimi sul capitolo 478113. Senza dubbio un’operazione perfetta ma di dubbia economicità: ore di lavoro per andare a recuperare solo due centesimi in un rapporto medio, quindi, di 1/22.275.477.  Saranno importanti i centesimi ma i fatti stanno a testimoniare che le vite umane non vengono salvaguardate con la solerzia dedicata (onerosamente) ai piccoli centesimi.

Non è certo l’unico decreto della settimana che si occupa di centesimi anche se con proporzioni non così “tragiche”: altri quattro decreti della settima sono proprio “centesimali” (con cinque  interventi correttivi) e tutti regolarmente datati “per il 30.12.2016”. 

E poi altri decreti (datati anch’essi il giorno d’emissione e targati “per” il 30.12.2016)  hanno visto la luce di “internet” questa settimana per comunicarci annullamenti-modifiche relative a    38 decreti di variazione datati quotidianamente ma per il 30.12.2016. l’importo complessivo delle nuove variazioni al 2016? Poco più di Euro 500.000,00.

Non scendiamo nei particolari dei DDS dal n. 1 al n. 15: c’è da piangere davanti ai nostri debiti miliardari e ai nostri guai!

Siamo convinti che la responsabile presa d’atto delle umane debolezze (e imperfezioni) sarebbe una buona medicina!

Guido Di Stefano

 

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