Renzi, dopo Catania anche a Palermo qualche manganellata

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di Vittorio Spada

 

C’è da chiedersi il perché le trasferte fuori Roma (o Firenze) del premier Matteo Renzi finiscono sempre (o quasi) con uno strascico di qualche manganellata  a danno di chi protesta? L’interrogativo, in realtà, è soltanto retorico. In realtà non dovrebbero esserci proteste di sorta quando da qualche parte d’Italia appare il buon Matteo voluto bene e apprezzato da tutti. Ma, a quanto pare, (forse) alla fine non è vero che tutti amano e apprezzano l’attuale premier italiano. Di certo è strano che possa esserci qualcuno in Sicilia che non gradisce la sua presenza dal momento che alla Sicilia Renzi vuol dare il Ponte sullo Stretto, che a Taormina vuol tenere il G7, e chissà quante altre cose vorrà dare a questa Isola, Eldorado dei migranti/profughi e avamposto nel Mediterraneo dei marines USA. Quindi, a conti fatti, c’è da chiedersi il perché ieri a Palermo si è animata una protesta mentre il premier al Teatro Massimo Bellini partecipava all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università. Renzi (sempre in realtà), come era già accaduto a Catania l’11 settembre scorso a chiusura della Festa nazionale dell’Unità, i manifestanti non li ha proprio visti.

I tafferugli a Catania
I tafferugli a Catania

Così, appunto, come era avvenuto a Catania/città in stato d’assedio per l’occasione, con un dispiego inverosimile di forze dell’ordine (Polizia, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia municipale, Guardia Forestale, eccetera), così appunto nel capoluogo regionale le forze dell’ordine in assetto antisommossa hanno blindato l’area circostanze al teatro, e i manifestanti sono stati bloccati in parte in un tratto di via Maqueda e altri in via Ruggero Settimo. Il copione è stato riletto e applicato: al lancio di fumogeni, e appena qualche scalmanato ha cercato di penetrare nell’area “off limits” sono partite le manganellate. Niente di grave, fortunatamente, tutto nella normale routine delle “visite” di Matteo Renzi fuori dal suo consueto circondario.

Scontri a Palermo
Scontri a Palermo

Chi “contestava” Matteo Renzi? Una rappresentanza del call center Almaviva (che si trova in piena vertenza per i trasferimenti degli operatori dalla Sicilia alla Calabria), una cinquantina di insegnanti e ricercatori precari, un gruppo di operai della Sis (impegnati nei lavori del passante ferroviario, che volevano consegnare una lettera per scongiurare i licenziamenti annunciati dalla società), studenti, universitari e appartenenti ai centri sociali. A nessuno è stata data la possibilità di avvicinarsi a Renzi, tutti i manifestanti tenuti a distanza di oltre un chilometro: chi ha protestato non ha visto il premier neppure da lontano: chi vuol vedere il capo del Governo lo può fare guardando le sue molteplici apparizioni in Tv.

Eppure a Palermo Renzi un “miracolo” lo ha compiuto. Come informa l’ANSA, per la visita del premier lo storico mercato del Capo è stato ripulito! Una delle porte d’accesso al mercato, Porta Carini costruita nel 1300, in genere soffocata da auto e venditori abusivi, è stata sgomberata e circondata da piante di Fico d’India, l’asfalto rifatto e le antiche basole di pietra tirate a lucido… Meglio una “pulitina” di un “pezzo” limitato di città che il Ponte sullo Stretto.

Si poteva fare a meno (forse) delle manganellate?

Forse no, per non mettere a rischio le radicate tradizioni italiane…

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