Le nostre radici: “io sono la verità”

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di Guido Di Stefano

 

La verità è vita, luce, libertà, giustizia, democrazia, cultura, conoscenza, comprensione, amore, fratellanza, convivenza, rispetto, umanità: è tutto, è l’anello che unisce il divino e l’umano.

Forse Gorgia da Lentini  (nell’insieme coevo di Pericle e Socrate) aveva ben ragione di dire, ai suoi tempi, “la verità non esiste”. Magari per inquadrare meglio detto siculo personaggio conviene ricordare qualche altra sua parola: “Gli uomini retti sono onore e ornamento della città, del corpo lo è la bellezza, dell’anima la saggezza, dell’azione la virtù, del pensiero la verità”.

Erano i tempi in cui i Greci (in particolare gli Ateniesi) “esportavano” democrazia e cultura sul filo delle spade: si poteva liberamente  scegliere se assoggettarsi o esporsi al  genocidio e/o alla deportazione di massa, subendo l’effetto collaterale a noi noto come “damnatio memoriae”, applicato “in toto” fino a fare sparire anche il benché minimo ricordo. E anche allora non è che prevalessero gli uomini retti o la saggezza o la virtù o la verità: Socrate non risultò tanto gradito ai suoi concittadini.

Mai venuto meno il vizio delle tenebre: evidentemente c’è una tragica reiterazione o continuità nella  storia: anche quando sembra che tutto cambia, atteso che in effetti nulla cambia perché l’uomo è una costante.

Poi venne Lui e disse “io sono la verità”; e predicò la verità, la vita, l’amore, la speranza … E noi oggi (gli occidentali in particolare e tutta l’umanità in genere) siamo gli eredi dei messaggi tramandatici e delle vite ad essi dedicate; noi occidentali addirittura ci vantiamo di possedere robuste e profane radici che affondano nel ricco “humus” del nostro passato.

Migliaia di anni! Con quali frutti?

Non ha mai avuto vita facile la libertà! Siamo convinti che molte verità giacciono sepolte nell’oblio dei millenni: segreti di stato o verità non rilevabili alle comune genti le chiamano: per non turbare i popoli si dice usualmente per nascondere la vera motivazione che, in ogni caso, mira alla perpetuazione di poteri usurpati alle stesse genti che si dice di tutelare.

Non ha avuto poi tanti seguaci la  verità  specialmente tra gli assatanati dal potere, di ogni provenienza, di ogni estrazione, in ogni “ambiente” laico o religioso o comunque istituzionale a qualsiasi titolo.

Con decapitazioni, crocifissioni, roghi e quant’altro è da sempre lastricata di morti la strada della verità e paradossalmente i persecutori-giudici-carnefici si autoproclamano sacri ed esclusivi custodi della verità e dei beni che rappresenta. Poco importa a loro che tutti i loro predecessori siano stati smentiti e condannati dalla storia: tanto che condanna e pena sono quelle che arrivano dopo centinaia o migliaia di anni? Insomma, tanto per fare un esempio, che se ne faranno mai Galileo Galilei e/o Giordano Bruno e tutti gli studiosi-pensatori loro coevi o emuli di una postuma riabilitazione Pressoché asettica nei confronti dei blasfemi demoni persecutori?

E che dire delle “presunte” verità dei vari poteri, propalate per meglio dirigere e sottomettere (schiavizzare) le masse?

Si potrebbe benissimo urlare “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”. Ricordate chi lo disse? Lo disse Lui. La Verità.

Ma noi occidentali siamo i peggiori alunni della storia e siamo riusciti a “confinare nel nulla” la verità relativa a qualsiasi aspetto della umana convivenza.

Diretti dalla sapiente regia di oltre oceano e secondo grandiosi sceneggiati con la stessa origine siamo riusciti a ricreare e vivere la stessa “atmosfera” delle mai abbastanza deprecate guerre indiane (cioè contro i cattivi nativi d’America): tanti innocenti morirono ma i veri colpevoli non vennero neppure “graffiati”.

Essendo moderni e “istruiti” abbiamo oltrepassato gli angusti confini fisici di un territorio o di un sistema: spaziamo e nuotiamo nella “non verità” e nel “non bene” in ogni dove, svilendo, sporcando, annichilendo quanto di buono e poetico ci è stato tramandato.

Libertà, giustizia, equità, comprensione, solidarietà, ecc. dove sono finite?

Abbiamo adottato il parlare “politically correct” e lo pratichiamo (tanto per dire) il più delle volte in modo acritico e settario; però l’occidentale azione non è poi “tanto” politicamente corretta (figuriamoci umanamente!).

Abbiamo sancito il trionfo della menzogna e dell’ipocrisia e travolto la dignità delle umane genti.

Tradiamo con noncuranza i principi fondamentali della nostra cultura: il messaggio d’amore del Creatore, le fondamenta del diritto romano, gli sforzi di Pierre de Frédy, barone De  Coubertin, che volle restaurare una tradizione di antica ed elevata civiltà (alias le Olimpiadi).

Perché succede? Perché troppi governi e troppe istituzioni sono succubi (o forse complici?) dei metalli e dei poteri controllati dai signori del “yes”.

Non vogliamo peccare di irriverenza e arroganza ma nel nostro sconforto invochiamo: “chi bloccherà le porte degli inferi?”. E soprattutto: quando?

 

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