Interessi o senso “umanitario” per i migranti/profughi?

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di Salvo Barbagallo

 

C’è alla base un vero sentimento “umanitario” nei confronti dei migranti/profughi che continuano a essere sbarcati nei porti del sud Italia? È forse solo retorica politica o semplice “opportunismo/opportunità” il discorso che molti alti esponenti del Governo portano avanti sulla necessaria e dovuta accoglienza verso coloro che rischiano la vita per raggiungere le coste della Sicilia? Non è facile rispondere a questi interrogativi: si dovrebbe, infatti, scartare a priori la buonafede che anima tanti che si prodigano a salvare vite umane, e ciò non sarebbe giusto, né corretto. Eppure gli interrogativi restano.

Gli interrogativi restano nella misura in cui si sono viste naufragare le inchieste giudiziarie su diversi centri d’accoglienza e poco si è saputo sullo svolgimento e sullo sviluppo delle indagini che potevano riguardare questo o quel politico

Il flusso dei migranti/profughi non si arresta: nelle ultime ore sono stati messi in salvo da navi di soccorso un migliaio di fuggitivi in navigazione nelle acque del Canale di Sicilia nei soliti gommoni fatiscenti. Sono stati portati a Messina, ad Augusta e Trapani. Le notizie sugli sbarchi vengono fornite, ma dove vanno a finire i migranti/profughi una volta “accolti” non si sa bene.

Si è parlato del pericolo jihadisti in fuga dalla Sirte e del rischio che potrebbero scampare alla cattura infiltrandosi fra i migranti. Nell’Editoriale di ieri (22 agosto) sul quotidiano online “Analisi Difesa”, Gianadrea Gaiani titola “Terroristi sui gommoni dei trafficanti: c’è ancora chi si stupisce”. È interessante, e doveroso, riportare brani di questo servizio. Scrive Gianandrea Gaiani: La politica italiana ed europea continua a stupire per la capacità di mostrarsi sorpresa per ciò che già conosce (o dovrebbe conoscere) molto bene cercando così alibi per giustificare l’immobilismo di fronte alle minacce e il perseguimento di interessi che nulla hanno a che fare con quelli nazionali. Lo scoop di Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera con l’allarme lanciato dai servizi segreti libici in base alla documentazione trovata nel comando dello Stato Islamico a Sirte, rappresenta l’ennesimo esempio di un andazzo che risulterebbe quasi comico se non ci fosse in ballo la sicurezza di tutti. Che i miliziani sconfitti a Sirte possano in parte fuggire in Italia coi gommoni dei trafficanti è credibile solo se si tiene presente che questo può avvenire esclusivamente con la complicità di milizie e tribù che sulla carta sostengono il governo di Fayez al-Sarraj (…) I flussi di immigrati clandestini salpano dalle coste della Tripolitania, tra la capitale e il confine tunisino: coste gestite da milizie e tribù che hanno dichiarato il loro sostegno al governo di salvezza nazionale, cioè i nostri “alleati” libici. Stupiscono quindi le reazioni tranquillizzanti del governo Renzi, che non ha mai preteso nulla sul fronte dell’immigrazione clandestina da al-Sarraj in cambio del supporto di Roma al suo vago esecutivo (…) Ma quale sicurezza è possibile se in Italia continuiamo ad accogliere chiunque paghi criminali collusi coi terroristi e di molti clandestini perdiamo in breve tempo le tracce, a volte ancor prima che abbiano accettato o meno di farsi identificare? (…).

mig2Ma c’è un altro aspetto della questione che potrebbe riguardare il vero motivo che sta alla base della “volontà” di accoglienza dei migranti/profughi: il calo delle nascite in Italia.

Antonio Pitoni sul quotidiano La Stampa di ieri (22 agosto) pone in evidenza: Popolazione a picco e crollo della natalità. La fotografia scattata dall’Eurostat è impietosa. Se escludessimo dalla contabilità demografica la variabile migratoria, nel 2050 gli italiani si ridurrebbero dai 60,6 milioni del 2015 ai 51,5 del 2050 (…). Abbiamo forse estrema necessità dei migranti/profughi per colmare il gap negativo della natalità nel nostro Paese? Questo è un altro interrogativo al quale è difficile rispondere, ma potrebbe essere una chiave di lettura per spiegare tante cose, tanti “interessi” che, in teorie, potrebbero coprire altri interessi non conosciuti.

 Una questione complessa, quella dei migranti/profughi in Italia, che presenta lati inesplorati fino ad oggi.

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