Catania. Quanto era bella la mia città!

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di Luigi Asero

 

I soliti quattro amici al bar.

– Ehi, Filippo, ma dove sei stato che Ti sei perso e non ti sei fatto vedere da settimane?

– Non ci crederete: sono stato a Istanbul…

– A Istanbul? Ma sei uscito di testa? Con tutti i bordelli che ci sono lì, proprio lì te ne vai? A fare cosa?

– C’era una bella occasione, volo andata e ritorno e albergo quattro euro, si fa per dire. Con pochi soldi mi sono fatto una magnifica vacanza!

– Ma non è stato pericoloso? Qui sono arrivate notizie terribili…

– Tutte balle, a Istanbul ho trovato la gente in festa, una città viva, no come qua, a Catania, che sembra un martorio…

– Beh, dal momento che per te la nostra città è un “martorio”, questa mattina le granite le paghi tu. E le granite sono marca “Liotru”, e a Istanbul le granite così non le trovi di certo…

– È vero, e a noi forse ci restano solo le granite, per il resto…

– Per il resto cosa? Qui non ci manca nulla!

– Se parli della spazzatura, di certo non ci manca: basta svoltare l’angolo della piazza e ti ritrovi non solo i cassonetti stracolmi, ma tutte le altre porcherie che vuoi…

Arrivano le granite e le brioches.

Uno dei quattro amici, rivolto al cameriere: Io avevo chiesto mandorla e caffè, non mandorla e ciccolatto, riportala giusta, la granita…

Filippo: Ma quanto sei permaloso…

Un altro, con sarcasmo: Certo, a Istanbul la granita non te la cambiavano, qui fai lo smargiasso…

Filippo: Non c’è che scherzare: se a te stanno bene le cose come stanno andando, contento tu… e il sindaco che ti ritrovi.

Uno dei quattro che era stato in silenzio, rivolto a Filippo: … Che c’entra ora il sindaco con la granita e con Istanbul?

Filippo: Il sindaco c’entra nella misura in cui questa città sta andando a farsi benedire, una città che prima era una meraviglia e adesso è ridotta ai minimi termini. Altro che sviluppo?

Uno dei quattro: Ma a cosa ti riferisci? Se nessuno si lamenta, vuol dre che tutto va bene: cosa c’è da lamentarsi?

Filippo: Vuoi un esempio? Sono entrato alla Villa Bellini: uno squallore. Il grande spiazzo con due, dicasi due, giochi per bambini. Un’altalena e uno scivolo. Una volta la Villa era piena di bambini: che ci dovrebbero venire a fare oggi i bambini alla villa? Non solo. Il verde, dove sta il verde curato come era una volta? Forse al Comune mancano i giardinieri! Uno squallore… Non ci sono più neppure le papere finte nella vasca all’ingresso, non c’è neppure l’acqua! E la sporcizia?

Uno dei quattro: Ma perché non ti fai una passeggiata di sera a Piazza Duomo: vedi quanti turisti ci stanno.

Filippo: Si, certo. Poi arrivi a Piazza Stesicoro e vai per Corso Sicilia e te ne scappi: peggio di trovarti a Bengasi…

Uno dei quattro: Noi, come al solito, siamo bravi solo a criticare. Non riflettete su quanto sia difficile amministrare una città come la nostra…

Uno di quelli che ha ascoltato senza parlare: Meglio non toccare questa tasto, perché cose da dire ce ne sarebbero…

Quello di prima: Per esempio?

L’altro: Non hai visto cosa è successo per la società che gestisce l’aeroporto?

Quello di prima: No, non lo so…

L’altro: A presidente della società hanno messo una signora che gestisce un’albergo, e come amministratore della società una professoressa. E questo l’ha voluto il sindaco. Vi sembra possibile che un aeroporto che fa oltre sette milioni di passeggeri possa essere gestito da persone che non hanno alcuna esperienza in materia?

Quello di prima: Ma perché, prima a gestire i vertici erano state chiamate persone con qualifiche precise? Eppure l’aeroporto ha funzionato…

L’altro: Se lo dici tu…

Filippo: … Ma perché dobbiamo buttare tutto in politica? Come se non sapessimo come vanno le cose qui da noi: non cambia nulla. E poi mi pare che il sindaco è sempre quello che ha fatto la “primavera”: qualcosa questo sta a significare, no?

Quello di prima: Anche le Primavere arabe hanno significato qualcosa: meglio aspettare e augurarsi che qui da noi, con tutti gli arabi che circolano, ci sia una nuova Primavera.

Filippo: Questa mi piace: la chiameremo la “Primavera Siculo/Araba”! Arrivederci, io me ne vado a mare… Ci vediamo…

Quello di prima: Tornatene a Istanbul: meglio Istanbul che la Playa…

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