L’immane tragedia ferroviaria di Andria

Condividi questo articolo?

di Luigi Asero

Una tragedia immane. Non ci sono parole diverse per raccontare lo scontro ferroviario che oggi, alle 11.20, ha provocato finora 23 morti e 50 feriti. Lo scontro tra le stazioni di Andria e Corato e ha coinvolto due treni locali delle Ferrovie del Nord Barese, la compagnia ferroviaria privata che gestisce i trasporti ferroviari dell’area. 

La scena che si è presentata ai soccorritori è quella della foto che ha fatto il giro del mondo, la prima foto scattata dall’elicottero dei Vigili del Fuoco impegnati nella ricerca del luogo del disastro. Infatti lo scontro è avvenuto in un tratto a unico binario rettilineo in mezzo agli uliveti. Solo dopo le prime telefonate dei superstiti si è cercato di localizzare con esattezza il luogo ed è stato necessario impegnare gli elicotteri disponibili. La scena della foto è apocalittica. Due treni, entrambi di recente costruzione, composti da quattro e tre vagoni, affollati di viaggiatori, si sono scontrati e accartocciati. I vagoni di testa si sono letteralmente sbriciolati, complice l’alta velocità del tratto.

All’origine del terribile schianto probabilmente un errore umano. Sotto accusa però è anche il fatto che ancora il tratto ferroviario va a fermata “telefonica”. Ai macchinisti cioè, alle rispettive stazioni di partenza, viene comunicato per via telefonica il via libera. In una delle due stazioni qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto.

Sul posto si sono recati nel pomeriggio il ministro dei Trasporti, Graziano Del Rio e proprio adesso, alle 20.15 il premier Matteo Renzi. Sin dalle prime ore, sempre sul posto, il governatore della Puglia Michele Emiliano.

File ai centri trasfusionali di tutta la Puglia dopo l’appello dell’ASP di Bari a donare sangue. Buona è apparsa la macchina dei soccorsi che si è prodigata (e forse lo farà ancora per tutta la notte), per salvare quante più vite possibile. Resta comunque il bilancio: 23 morti, uno dei più gravi incidenti ferroviari italiani degli ultimi anni. E il bilancio potrebbe ancora aggravarsi.

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.