L’Arca di Noè: la religione a uso e consumo del capitalismo

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di Luigi Asero

Parliamo di qualcosa che può sembrar molto lontano da noi, almeno geograficamente. L’Arca di Noè.

No, non quella di cui avete sentito parlare leggendo o ascoltando la Sacra Bibbia, bensì quella appena inaugurata nei lontani States in Kentucky. Ci racconta il settimanale Famiglia Cristiana che “Si tratta di una gigantesca Arca di Noè, voluta da cristiani fondamentalisti, per evangelizzare e combattere le teorie di Darwin. Assunto solo personale di provata fede religiosa. In barba alle leggi contro le discriminazioni“. Polemico con l’iniziativa, quindi, lo stesso settimanale cattolico che spiega meglio la storia con un dettagliato articolo. Riportiamo alcune parti:

Voluto da Ken Ham, presidente e direttore di Answers in Genesis (risposte nella Genesi) un’associazione cristiana fondamentalista che ha finanziato il progetto (si parla di 100 milioni di dollari per il costo finale). La costruzione è stata annunciata nel 2010 e l’apertura sarà il 7 luglio. 

All’interno del parco i visitatori troveranno una copia in legno lunga 150 metri dell’imbarcazione di Noè (oltre 25 di larghezza e quasi 16 di altezza), costruita secondo la descrizione nella storia biblica. Si tratta della più grande costruzione in legno degli Stati Uniti, equivalente a poco più del doppio della Casa Bianca. L’imponente attrazione si trova, inoltre, vicino al Museo della Creazione, anche questo diretto da Ham. Ark Encounter rappresenta la prima fase di un parco di 3 chilometri quadrati dove in futuro sorgeranno altre attrazioni ispirate dal Vecchio Testamento tra cui una città fortificata, la Torre di Babele. Sono previsti anche uno zoo dove si possono accarezzare gli animali, cinema e ristoranti vari.

Oltre all’enormità della spesa c’è anche il fatto che lo stato del Kentucky, sperando in un’incentivazione del turismo, ha promesso alla proprietà del parco 18 milioni di detrazioni fiscali nei prossimi dieci anni. E questo nonostante la grave accusa di violare la legge anti discriminazioni, molto severa negli Stati Uniti. Il personale addetto sia alla costruzione che alla gestione del parco, infatti, è stato scelto solo tra persone di provata fede creazionista. Unica deroga ai falegnami Amish considerati vicini a Anserws in Genesis: «Siamo un gruppo religioso, e non dobbiamo chiedere scusa per questo», ha dichiarato Ham sul sito dell’associazione. «Non ci vergogniamo affatto del nostro messaggio cristiano. Non abbiamo mai nascosto il fatto che il nostro scopo sia quello di diffondere la verità della Parola di Dio e il suo messaggio capace di cambiare la vita»

… I biglietti sono in vendita da gennaio sul sito del parco. Il costo per un adulto è di 40 dollari (60 con la visita al Museo della Creazione), ma sono previsti sconti per anziani e ragazzi.

Ci sarebbe da discutere tanto su questa iniziativa di un credo (non affine al Vaticano e alla Chiesa cattolica è giusto precisare) che con il pretesto di diffondere il messaggio religioso costruisce un enorme parco di divertimenti sfruttando incentivi statali e benefici fiscali e facendo un vero e proprio atto di vilipendio del messaggio biblico. Non spetta a noi far la morale, qui ci interessa prettamente l’aspetto “interiore” della parola “Fede”. Perché di questo passo anche Gardaland sarà un messaggio religioso, se basta -secondo alcuni affaristi- far un parco tematico per diffondere il messaggio religioso.

Allora vediamo di capire, con poche semplici parole, quale è il significato della narrazione dei fatti inerenti la “vera” Arca di Noè. Qui la Bibbia non intende certo raccontare ai posteri la storiella di un vecchietto che, con annessa artrite, da solo costruisce un’enorme vascello tale da contenere una coppia (maschio/femmina) di ogni essere vivente. Si tratta di narrazioni epiche chiaramente. Il cui messaggio è comunque semplice: Dio, nella sua immensa bontà, seppur adirato al punto da voler distruggere tutto il Creato, salva comunque il genere vivente affinché possa comprendere perché è stato punito e ri-generare il mondo secondo un nuovo messaggio di pace. Come -altrimenti- far convivere assieme su una nave daini e leoni?

Così come la Torre di Babele è un simbolo per indicare che gli uomini pur parlando tutti, anche la stessa lingua, fuor dal messaggio di Dio non sono in grado di comprendersi.

Non vogliamo rubare il lavoro ad alcun prelato, né ad alcun biblista. Ma ci preme indicare che credere in un Essere Superiore, che si chiami Dio o che si chiami Allah o che si chiami come volete voi, vuol dire credere in un messaggio di amore universale. Che prescinde dalle terrene difficoltà e differenze. Vuol dire sapere che c’è sempre possibilità di Perdono a patto che, prima, ci sia vera Redenzione (e per vera intendiamo non la confessione quanto il pentimento interiore e la voglia di porre in qualche maniera rimedio al danno fatto. E non si pone rimedio comprando col denaro il dolore arrecato ad altri).

Ecco, noi, in Sicilia questo dolore lo vediamo nei 300 cadaveri recuperati con il relitto affondato lo scorso anno e portato ad Augusta, lo leggiamo negli occhi degli scampati al nuovo naufragio, lo sentiamo nelle parole dei familiari delle innumerevoli vittime di mafia, lo percepiamo nelle difficoltà di tutti quei poveri che in silenzio tacciono le loro angustie.

Non ci sarà Parco dei Divertimenti, a pagamento e ovunque nel mondo, che possa portare il messaggio di Dio se non comprendiamo cosa ci accade intorno, se non ascoltiamo chi silenziosamente urla “aiuto”, se non aiutiamo il nostro prossimo prescindendo dal fatto che possiamo averne un utile eventuale o che ci faccia simpatia.

Il resto è solo Capitalismo, e in questa accezione, oseremmo dire che è satanico. Ovvero portato a recarci danno. Dentro e fuori.

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