La strage di Daqqa, eccidio di italiani e giapponesi

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di Luigi Asero

Colpire ovunque, colpire chiunque. Sembra questo il leit motiv del terrorismo jihadista contro il quale da moltissimo tempo, fra i primi forse, e sempre inascoltati, proprio da queste pagine si cerca di dare avviso. 

Il bilancio delle vittime è tragico, anche questa volta. Dopo i 42 morti dello scalo Ataturk a Istanbul, oggi si contano i 20 (e forse più) di Daqqa in Bangladesh dove in tarda serata ieri un commando di terroristi ha preso in ostaggio tutte le persone che si trovavano all’interno di un ristorante nella zona delle ambasciate, a duecento metri dall’ambasciata italiana. Dopo alcune ore la situazione è precipitata. Uccisi tutti quelli che non sarebbero stati in grado di dimostrare di conoscere il Corano. Nove italiani fra le vittime accertate, un’altra italiana risulta ancora dispersa.

Questo l’elenco delle nove vittime italiane reso noto poco fa dalla Farnesina: Adele Puglisi (Catania), Marco Tondat (Pordenone), Claudia Maria D’Antona (Torino), Nadia Benedetti (Viterbo),Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi (Udine), Claudio Cappelli e Simona Monte (Rieti)

daccaOggi per l’Italia, e non solo per l’Italia, è il giorno del lutto e dei “perché”. Parigi, Bruxelles, Istanbul, Algeri, Tunisi, Tripoli, Baghdad e sempre Parigi, Bruxelles, oggi Daqqa. Domani chi? Domani dove? Domani perché?

Soprattutto: perché non affrontare una volta per tutte il problema. A chi giova il caos creato dal sedicente Califfato? A noi qualcosa non torna.

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One Thought to “La strage di Daqqa, eccidio di italiani e giapponesi”

  1. stefania

    Siamo in tanti a dire che qualcosa non torna, ma non abbastanza

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