La democrazia non si concilia con l’impero

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di Guido Di Stefano

 

Ne era convinto già nei tempi antichi anche Catilina. I possedimenti romani spaziavano per l’Europa, l’Africa, il Medio Oriente. Le cariche di elezione popolare duravano solo un anno. Tanti l’avevano capito che con le disponibilità di trasporto e comunicazione dei tempi il periodo era troppo breve anche solo per prendere sufficiente conoscenza dei problemi da affrontare e per l’adozione di idonei provvedimenti. Ne traeva  maggiore potere e prestigio la casta dei senatori: erano  “durevoli” il consesso dei senatori e i connessi incarichi “fiduciari” che attribuivano ai loro fedeli.

Catilina non faceva mistero circa i suoi programmi in caso di vittoria elettorale: dicono che pensava di modernizzare l’assetto della Repubblica, con prima priorità l’adeguamento delle cariche elettive alle esigenze dell’immenso territorio da governare. Di natura ribelle con tendenza all’intemperanza fu facile bersaglio per la campagna di demonizzazione ordita e lanciata tra gli scranni senatoriali; il passaggio dalle parole ai fatti fu breve e fu “spinto” verso la ribellione armata e verso la morte. Ovviamente Catilina non ha scritto le sue memorie, per cui abbiamo solo qualche debole prova a suo favore (giorno delle elezioni spostato senza preavviso).

In certo senso Giulio Cesare ereditò la linea politica di Catilina, ma anticipò le mosse (armate) del senato, presentandosi in armi a Roma. Riuscì ad assumere i pieni poteri e perdonò gli avversari, che tramarono fino a farlo trucidare da giovani, convinti a difendere la repubblica “del senato” come bene irrinunciabile.

Più abile dei due fu Cesare Ottaviano Augusto che ebbe modo di “salutare” la dipartita dei  più accaniti ostacoli (non tutti li avevano perdonati) e con studiata e sapiente regia si fece attribuire i poteri che, senza sosta, accentrava nella sua persona. D’altra parte si può parlare di democrazia quando votavano a Roma solo una parte “risibile” delle genti assoggettate e ne erano esclusi gli abitanti delle province e dei “regni sudditi”?

Altri imperi, indipendentemente dalle nostre volontà mediterranee ed europee,  si sono  succeduti in tante aree del mondo più o meno vaste e in nessuno di essi furono ipotizzate le usanze delle consultazioni popolari.

Poi hanno cominciato a dilagare gli imperi coloniali occidentali. Strano, ma vero, anche quando in patria avessero o simulassero delle usanze democratiche, non consentirono mai ai popoli delle colonie (e spesso neanche ai propri) di “dire la propria” a seguito di consultazioni “popolari”: anzi si può affermare che non si preoccuparono più di tanto (o del tutto) di educare e preparare convenientemente alla democrazia i popoli sottomessi (dopo i rituali massacri).

A seguire è stato versato fin troppo sangue sul  suolo europeo per annichilire gli ultimi imperi continentali (fisici o ideologici). Nelle miscele propedeutiche a ogni conflitto entrava (come prima, come dopo, come sempre) di tutto: disinformazione, calunnia, provocazione, istigazione, demonizzazione unite a spinta, carteggi segreti, trattati con tutto e con tutti.

I popoli soffrono e muoiono ma non i vertici che  sono sempre occupati a nascondere fatti e misfatti per potere tranquillamente prepararne altri personalmente o tramite i loro degni discepoli.

Ma è mai possibile che nessuno voglia approfondire il neo-imperialismo d’oltre oceano? E’ possibile che nessuno si sia accorto che hanno iniziato i lavori preparatori per creare quell’impero che ora viene chiamato “nuovo ordine mondiale” nel 1913? È possibile che nessuno si sia accorto che la nazione yankee era prontissima a prendere immediatamente  parte ai due conflitti mondiali? E le recenti demonizzazioni e conseguenti massacri a chi giovano?

Pensiamo che la  realizzazione di un impero  governato e diretto da una elite plutocratica inavvicinabile   e senza volto non è solo un timore ma una tragica realtà in itinere: troppi cantori lo annunciano, lo auspicano, lo preparano; troppi “associati” condannano o maledicono le forme più incisive di partecipazione popolare; troppi trattati sono stilati e imposti ai popoli al solo fine di dare a chi più ha e togliere a chi meno ha; troppi prescelti investiti di alti incarichi fiduciari o addirittura di incarichi “di governo”.

Tanto per elencare qualcosa: la Commissione Europea con sconfinati poteri decisionali e impositivi (alias governativa) è imposta ai popoli; gli ultimi governi italiani non sono stati eletti dal popolo; i governanti di Sicilia sembrano proprio Roma-dipendenti; e sorvoliamo su molti incarichi fiduciari, sui quali forse potranno conoscere i retroscena i posteri.

Siamo convinti che presto si chiuderà l’era del sogno democratico per spalancare le porte all’incubo imperiale.  Neanche i fedeli servitori potranno serenamente gioire perché anch’essi saranno schiavizzati nella nascente piramide del potere nuovo, emanazione del divino Pluto: già perché le posizioni sulla piramide sono condizionate dall’immediata utilità e lucentezza lucrativa, “arte” che genera inimicizia inarrestabile e odio mortale.

Già il semplice impero non si è mai conciliato  con la democrazia: immaginiamo dunque quanta libertà potrà lasciare all’uomo (singolo essere umano)  un impero universale (alias nuovo ordine mondiale), atteso che dovrà controllare tutto e tutti! Come? Con tutti gli strumenti, mezzi e diavolerie dell’universi cibernetico: dalla moneta virtuale a tutti i microchip comunque giustificabili, possibili e immaginabili. Pensate un poco: qualcuno, afflitto da delirio di onnipotenza, potrebbe consentirci un caffè o una pizza il primo sabato di ogni mese solo nel caso in cui nel primo giorno del mese è stata fotografata una “mosca bianca” o un tirannosauro!

Eppure oltre che dal mondo finanziario, economico, politico e laici in genere (quant’altro cioè solleticato dalla  smania di apparire) anche in qualche istituzione religiosa si è levata la voce in soccorso dei padroni del denaro (via il contante)!

Sarà divertente utilizzare la carta di credito per un caffè o per un qualche acquisto di pochi centesimi! E’ proprio vero il detto nostrano “il sazio non capisce il digiuno”!

A meno che: al mondo resteranno solo un migliaio di miliardari che mangeranno i loro lingotti o in subordine immagineranno di comprare l’occorrente per vivere con le loro carte di credito stracolme di  monete virtuali. Quale briciola di potere  sperano di ricevere in delega  gli aedi del nuovo ordine? Farebbero bene a studiare le antiche gerarchie imperiali e forse capirebbero quanto in basso scadrebbero.

Siamo a un passo dalla follia?

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