Chi sarebbero i maestri? E chi i discepoli?

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di Guido Di Stefano

Disse Leonardo da Vinci che è proprio “tristo”  (più che triste un fallito da emarginare) il “discepolo”  (interpretabili come uno tra i prescelti) “che non avanza” (non si eleva al di sopra) “il maestro”. Sono parole rispondenti alla vita umana e a tutte le attività a esse connesse:  di qualsiasi interesse si tratti (scienza, filosofia, letteratura, arte, musica, economia, sociologia, politica …) ci sono sempre dei grandi (maestri) e dei discepoli ancora più grandi o tragicamente “tristi”.

Noi vogliamo parafrasare aggiungendo che “più tristo ancora è il maestro che non è avanzato dal discepolo”: significherebbe o che non è stato capace di inculcare i dovuti stimoli intellettivi oppure ha riversato la sua benevolenza e le energie su qualche discepolo/a indegno/a.

Viviamo “tristi” tempi e ancora peggiori se ne profilano in tutti i campi delle umane attività: soprattutto negli affari di politica, democrazia, socialità, libertà, verità, giustizia, economia, benessere, dialogo,  …

Non sono  mancati i maestri e non mancano neppure ora, seppure ridotti al rango di “voci che gridano nel deserto”: mancano i discepoli desiderosi di “avanzare” i maestri nel bene.

Sembra anche che qualche “vero” maestro dei giorni della speranza si sia pentito di aver “educato” e proiettato verso l’olimpo dei potenti qualche persona che a tutto pensa tranne che elevarsi nella giustizia e nel bene dei popoli.

Di contro non mancano i non maestri che maestri si credono (perché  forse supportati da nemici dei diritti umani) che vanno fieri delle loro creature. Non usiamo  altri termini perché siamo convinti che ogni essere umano meriti un minimo di rispetto, anche se il loro operare li rende indegni.

Grandi attori, grandi camaleonti ci sovrastano!

Questo è diventato l’occidente: dove i regimi e i loro “simpatizzanti” rinnegano sempre più velocemente le conquiste di millenni di storia; dove chi urla più forte si proclama giusto e scaglia pietre contro chi tace (e quindi è peccatore); dove il dialogo ha ceduto il passo alle minacce; dove per giustificare spese folli e massacri finanziari si demonizzano gli altri; dove non si rendono pubbliche le vere ragioni dei “demonizzati” ma si è obbligati a subire il peso e l’ignominia delle sanzioni; dove i “non eletti” esercitano più ampi poteri degli eletti; dove qualche decina di persone possono segretamente trattare e imporre le future pene a miliardi di esseri umani; dove anche chi dovrebbe essere  per millenaria vocazione “super partes” (e magari con aspettativa di vita “a termine”) avalla e incoraggia le derive verso una dittatura armata di microchip, codici e quant’altro in un universo cibernetico dove pochi saranno “eternamente” ricchi di una moneta virtuale e gli altri saranno poveri o miseri o affamati a discrezione di chi controlla i pulsanti e collegati.

La democrazia? Roba del passato, sembrano dire: un ostacolo al nuovo ordine mondiale, rigorosamente unipolare e diretto da oltre oceano. Così si può interpretare un passaggio dell’Economist  interpretato dal sito Imola oggi alla voce Europa UE, news domenica 22:” LONDRA – “La democrazia diretta si sta diffondendo in Europa, e non e’ sempre un bene“, osserva in modo sarcastico il settimanale britannico The Economist, pubblicazione di riferimento dell’alta finanza internazionale e di ambienti direttamente legati ai vertici della Bce”.   Così per memoria ricordiamo l’esito del referendum dell’Olanda e i timori, variamente manifestati, per il prossimo referendum nel Regno Unito e il futuro referendum in Italia. Che ci siano dietro anche i grandi burattinai yankee?

Economia e finanza? Oscuri mari, regni incontrastati per pochi squali! È strano ma, come ha già detto qualcuno, si è raggiunto il paradosso di scoprire il mondo indebitato con se stesso! Anche gli USA che si atteggiano a padroni non solo del mondo ma anche dell’universo sono “leggermente” indebitati. Alcuni cattivi dicono che durante il “regno” di Obama il debito pubblico della nazione americana è cresciuto esponenzialmente fino a superare i 19.000.000.000.000 dollari , cioè 18 seguito da 12 zeri, definito tra i trilioni o i triliardi a secondo dell’autore; per paragone l’Italia è sopra del 2; comunque forse è bene ricordare che il  debito totale (governo federale, enti locali, ipoteche …) ha superato i  63.500 miliardi. Le banche USA  hanno esposizioni stratosferiche da derivati: JPMorgan Chase  più di 68 triliardi, Citibank più di 61 triliardi, Goldman Sachs (abbastanza familiare per alcuni italiani) più di 57 triliardi,  Bank Of America più di 55 triliardi, Stanley più di 44 triliardi.  Eppure sono considerati ricchi e pagano (in contante o in virtuale?)!

In Europa troviamo la Deutsche Bank ben posizionata: secondo una denuncia proveniente da ambienti bancari tedeschi essa vanta titoli tossisci per Euro 55.000 miliardi (55 seguito da dodici zeri), con buona pace delle teutoniche oculatezza e  precisione sbandierate da governanti e “fans” soprattutto  nel corrente “regno” Merkel.

Se la stabilità della Deutsch Bank con tutte queste tossine in corpo non viene posta in discussione a Berlino e a Bruxelles ci chiediamo: perché sono trattate da moribonde le banche italiane per appena 300 miliardi globali di crediti marci?

Se gli USA sono ricchi nonostante le esposizioni e il gioco finanziario contro gli altri (per i quali il tempo gioca a favore) sono ricchi, perché noi dobbiamo considerarci alla bancarotta con appena 2200 miliardi di debito pubblico?  Non vogliamo credere che venga usata la bilancia di Brenno: favorevole ai capricci di chi la usa e  rettificabile solo con il gladio di Furio Camillo (non più nostro).

D’altra parte noi ci aggiungiamo anche qualcosa di nostro. Non ci mancano i problemi ma la Banca d’Italia forse  vuole tenersi, con idonei investimenti, alla pari di altre. Noi riproponiamo due quesiti tratti da “Imola oggi”:

“a) Perché la Banca d’Italia, un istituto che dovrebbe perseguire finalità pubbliche di controllo e sorveglianza del credito e di gestione della moneta investe nelle azioni industriali di un singolo gruppo industriale? Banca d’Italia possiede anche partecipazioni in altri gruppi industriali italiani?

  b) Perché Banca d’Italia possiede ETF che investono in titoli dello Standard&Poor’s 500? Perché specificamente questi due fondi? Perché lo Standard&Poor’s e non l’indice di Borsa Italiana? Quest’investimento nasce da Palazzo Koch, è frutto di un accordo internazionale oppure ha altre motivazioni? Tra l’altro l’investimento sul SP500 risulta molto rischioso, almeno secondo le previsioni future sull’indice azionario USA”

Per completezza specifichiamo che la società di cui al punto a) è la FCA (tasse pagate in Belgio).

Ci sorge un dubbio: forse per restare nella casa comune europea alla pari deve essere palese  la “forza” dei governanti. In questa direzione ci spinge anche la constatazione che rispetto e comprensione hanno guadagnato Spagna e Portogallo: come se avessero contrapposto minacce a minacce e avessero carpito qualche segreto incomodo per la buro-plutocrazia imperante a occidente.

È strano: dopo l’Austria che non vuole invasioni dall’Italia ora anche il tribunale amministrativo della  Nordreno-Vestfalia ha dichiarato ammissibile la restituzione all’Italia di 50.000 migranti. Gli altri fratelli-coltelli d’Europa hanno creato le premesse e avallato le successive fasi dell’esodo e solo l’Italia deve raccogliere e accogliere!

In queste condizioni USA, NATO, UE non mostrano certamente di perseguire il bene del popolo (o dei popoli?) d’Italia: quindi cui prodest? Quante italiche persone sono interessate a sopportare la derisione che nazioni più indebitate e dilapidatrici di noi ci fanno piovere addosso tramite organismi e personaggi non elettivi o che in ogni caso hanno dimenticato le lezioni dei loro maestri e rinnegato secoli di cultura?

Ci sono chiari segni circa gli effetti disgreganti attivati dalla “non politica” della UE: non di sola “finanza” vivono le singole nazioni (vedansi in Germania i pronunciamenti autonomi di Vestfalia, Baviera e qualche altro land) e ancora meno le unioni di nazioni (leggasi UE dove i pronunciamenti e/o gli atteggiamenti “deflagranti) sono quasi quotidiani. Perché? Perché comandano la finanza e i suoi fedeli “burosauri” e non i popoli e la “ars politica”.

L’occidente è degenerato al punto, a causa di alleanze e trattati in auge o in itinere, da costringere la quasi totalità dei popoli interessati a mantenere il benessere nelle nazioni più forti e con più debiti marci (USA e Germania) con imposizioni illegittime, illegali, incostituzionali, inique quali il saccheggio dei risparmi di centinaia di milioni di onesti cittadini, chiamati a ripianare i danni spropositati discendenti dall’uso distorto del virtuale (moneta in primis) tanto caro agli imperanti plutocrati e loro “fans” (di ogni razza e credo).

Il passato ha visto potenti sovrani che con la forza hanno spezzato il monopolio “finanziario” di pochi ricchi, singoli o associati, senza togliere il cibo ai poveri.

In qualche parte del mondo sorgeranno ancora dei veri potenti fermamente intenzionati a rendere il potere giusto e quindi di asservirlo ai popoli e castigare i (pre)potenti?

Intanto noi Italiani siamo costretti a pagare per gli errori di pochi. Chissà se qualcuno un giorno ci affrancherà! Chissà se un giorno qualcuno si ergerà a liberare almeno noi Siciliani questa molteplice servitù (Roma, Bruxelles, Berlino, Washington) che ci è stata imposta con tutte le armi fisiche e psicologiche esistenti: anche internet il regno del “www”, che qualche studioso di lingue antiche identifica come “segno del diavolo”.

Siamo alla fame e viviamo in un continuo clima bellico, alimentato da chi i missili può nasconderli (in forza e per disgrazia di accordi e trattati non noti a noi)  nei nostri giardini e (se vogliamo) sotto i nostri piedi. E nessuno, tra quanti si atteggiano a grandi statisti e “pacificatori”,  da noi e in occidente mostra di avere capito tre verità fondamentali:

1) la pace non si compra e non si vende ma si costruisce e si dona;

2) due sono i grandi nemici della pace e cioè il delirio di onnipotenza dell’ingiusto potere e l’insaziabile fame della mostruosa e avida ricchezza;

3) i silenzi complici e la colpevole connivenza di chi qualcosa sa favoriscono le forze distruttive dell’umanità.

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