Scontro con Isis: due italiani uccisi in Libia

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Erano stati rapiti da miliziani dell’Isis lo scorso 20 luglio, in uno scontro tra forze governative e il commando che li teneva sequestrati sono stati usati come scudi umani e sono morti. Si tratta di due dei quattro operai italiani che lavoravano in Libia per la Bonatti di Parma.

Le vittime sono Salvatore Failla 47 anni, originario di Carlentini, nel siracusano, padre di due ragazze di 22 e 12 anni, era in Libia da tre anni e Fausto Piano 61 anni, di Capoterra in Sardegna, sposato e padre di tre figli, lavorava alla Bonatti dal 1991..  Il convoglio su cui viaggiavano è stato attaccato da forza di sicurezza libiche nella cittadina di Sabrata. Nel corso della sparatoria sono rimasti uccisi almeno sette miliziani islamici, morti anche una donna e un bambino.

Prudenza della Farnesina nel confermare la notizia, un portavoce afferma infatti che prima sarà opportuno averne i corpi e fare l’autopsia (?). Non si fanno attendere le reazioni politiche con Matteo Salvini che parla di un governo con le mani sporche di sangue composto da persone che “o sono incapaci o sono complici”. Polemiche che nulla potranno al fine di restituire la vita a due lavoratori morti per una “causa” non loro. Ma di ben altri Poteri.

La preoccupazione ora si intensifica per gli altri due colleghi ancora nelle mani dei miliziani jihadisti: Filippo Calcagno, 65enne di Piazza Armerina (Enna), sposato e con due figlie, e Gino Pollicardo, originario di Monterosso, nelle Cinque Terre, in provincia di La Spezia.

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