Per i mass media nazionali inesistente il “caso MUOS”

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di Vittorio Spada

C’è la sensazione che si vogliano confinare le (possibili) informazioni sulla delicata questione del MUOS di Niscemi e su tutto ciò che riguarda le installazioni statunitensi in territorio siciliano. Più che una sensazione, a dire il vero, è il constatare come la grande stampa e i mass media -in genere- nazionali sfuggano la trattazione di argomenti con questa specificità, e non certo (salvo prova contraria) perché ci siano obblighi “ufficiali” di natura superiore ai quali ottemperare. È, da una parte, questione che può suscitare curiosità, dall’altra parte mancanza d’interesse su ciò che avviene in un territorio che è nazionale, la Sicilia, almeno, anche in questo caso, fino a prova contraria.

muos3Ci ha stupito in verità come lo stesso sito ufficiale “NO MUOS” che stava seguendo in tempo reale l’attività dei tecnici dell’Arpa che hanno iniziato il loro lavoro alle dieci dell’altro ieri (mercoledì 9 marzo) abbia interrotto la cronaca alle 14 della stessa giornata, senza fornire ulteriori aggiornamenti. Ricordiamo che i tecnici hanno operato su specifica ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), in Sicilia organo d’appello del Tar, per effettuare le misurazioni delle emissioni e stabilire, come sostiene il governo americano, che non c’è alcun pericolo per la popolazione della zona o se, invece, come sostengono i comitati No Muos, che le emissioni elettromagnetiche dell’impianto superano e di molto i limiti stabiliti per legge. Il sito “NO MUOS” ha proseguito ieri elencando una serie di rilievi di “criticità” che riportiamo integralmente:

1) MANCANZA DI UN MODELLO PREVISIONALE. Ogni impianto ha delle caratteristiche intrinseche conoscibili solo attraverso dei modelli di previsione del comportamento. Anche le misurazioni degli impianti Muos e Nrtf avrebbero necessitato, secondo i nostri tecnici, di uno studio approfondito per poter “prevedere” l’intensità delle emissioni elettromagnetiche, studiando le potenze di ciascuna antenna e il tipo di emissione. Sfortunatamente, probabilmente per questioni di tempo ed economia, quel modello non è stato predisposto e dunque nessuno fino al momento dell’accensione poteva essere a conoscenza della pericolosità dell’accensione.

muos2) TUTTE LE ANTENNE ACCESE CONTEMPORANEAMENTE E ALLA MASSIMA POTENZA. Su questa questione intendiamo essere chiari! Non è certo “un’invenzione” dei No Muos che le misurazioni su questo genere di impianti vada fatta seguendo alcune linee guida. Bisognava accendere tutte le antenne presenti all’interno della base alla massima potenza, tutte contemporaneamente. Eravamo certamente preoccupati dai possibili effetti di questa accensione. Poi mercoledì mattina il colpo di scena, gli americani hanno chiarito che:

a) delle 45 antenne installate all’interno della base NRTF ne utilizzano soltanto 18. E le altre 27? Pare siano antenne di riserva, alcune sono state dichiarate in disuso. Stranamente, ma siamo certi sarà un caso, si tratta delle antenne più vicine al perimetro della base.

b) le 18 antenne funzionanti pare non possano essere utilizzate in contemporanea alla massima potenza a causa di un limite tecnico. Dunque verranno testata una ad una. Questo diminuisce certamente i rischi di sforamento dei limiti di legge ma rischia di falsare le operazioni di misurazione.

c) Le parabole Muos sono state testate alla potenza di 200w di emissione, contro i 1600w previsti dal progetto. Perché? Il progetto depositato alla Regione parlava esplicitamente del valore di emissione pari a 1600w. Da dove saltano fuori i 200w. Le antenne elicoidali sono passate da 200w a 50w. Anche in questo caso si è deciso di testare le parabole non in contemporanea. Cosa succederà a verificazione finita? Come possiamo sapere se, in caso di “necessità”, le antenne NRTF non vengono accese tutte, alla massima potenza, con risultati ben diversi da quelli registrati in questi giorni? Quali saranno gli effetti nel lungo periodo?

3) MISURE PRECAUZIONALI. Non ci è ancora chiaro quali siano state le misure precauzionali adottate dagli organi competenti per evitare possibili danni alla salute. Il prefetto aveva già bloccato le misurazioni perché gli organi interpellati (Asp, Comune di Niscemi) non sapevano quali attività precauzionali avrebbero dovuto mettere in campo. Questa volta, forse consci che le antenne non sarebbero realmente state accese alla massima potenza, tutte contemporaneamente, gli organi competenti in materia di sicurezza pubblica pare non siano stati avvertiti né interpellati se non per questioni di viabilità.

LiveSicilia riporta un episodio in coda alla manifestazione di protesta anti Muos dell’altro ieri: l’arresto del pacifista catanese, Turi Vaccaro, di 62 anni, originario di Marianopoli (Caltanissetta) con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento di un’automobile del commissariato di Gela.

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