Intervista a Nancy Brilli

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di Giuseppe Stefano Proiti

Si è da poco conclusa la tournée de “La bisbetica domata” che lo scorso febbraio ha visto al centro della scena Nancy Brilli. La nota attrice “ha vestito” i panni di una bisbetica domata rivoluzionata, colorata, travolgente. La rivisitazione in chiave moderna dell’intramontabile capolavoro di William Shakespeare ha affascinato lo spettatore con tanti “ingredienti” originali: elementi popolari, echi della Commedia dell’Arte (che innescavano situazioni pungenti, vivaci, esilaranti), un linguaggio musicale giovanile e immediato. È stato un doppio spettacolo che ha investito il pubblico di una verve comica, guidando in modo parallelo i destini degli attori della compagnia e dei personaggi della commedia: una commedia nella commedia.
In mezzo a tanta ironia, allegria, stupore, sicuramente non è stato tradito il rigore originale dell’opera; di qui un interessante spunto per aprire allo spazio della riflessione.

Nancy BrilliSignora Brilli, l’estrema gentilezza che lei ha nella vita reale stona di certo con l’intrattabilità di “Caterina”! Tanto per restare in tema di “commedia nella commedia”, è stato facile o difficile tornare al suo vero carattere?

“LA RINGRAZIO, AMO LA GENTILEZZA E MI FA PIACERE CHE VENGA APPREZZATA.

IL VERO CARATTERE DI UN ATTORE NON HA NULLA A CHE FARE CON QUELLO DEI PERSONAGGI CHE INTERPRETA, RECITARE SIGNIFICA FARE ALTRO DA SE’, QUINDI, PER RISPONDERLE, NO, NON HO AVUTO ALCUNA DIFFICOLTÀ.”

Confrontarsi con un classico pone sempre la questione della sua contemporaneità. Questo spettacolo ha restituito l’attualità di un autore senza tempo perché porta a riflettere sul rapporto uomo-donna. La donna oggi che ruolo ha nella società?

“UN RUOLO COMPLESSO: OLTRE QUELLO TRADIZIONALE DI CURA, ABBIAMO ANCHE COMPITI PROFESSIONALI IMPEGNATIVI, IL CHE COMPORTA UN RADDOPPIO DI CONCENTRAZIONE E DEDIZIONE. FATICA!”

Crede che la concezione oggettivistica e utilitaristica della donna del tempo in cui Shakespeare scrisse la commedia, sia oggi cambiata oppure è rimasta immutata?

“È CERTAMENTE CAMBIATA NELLA GRAN PARTE DEL MONDO OCCIDENTALE, ANCHE SE UN PAIO DI  SIGNORE (E QUESTO E’ STUPEFACENTE) SONO VENUTE IN CAMERINO A DIRMI CHE IN FONDO, NEL MONOLOGO FINALE DI CATERINA, SHAKESPEARE DESCRIVE QUELLO CHE TUTTO SOMMATO DOVREBBE ESSERE IL RUOLO DELLA DONNA, SUBALTERNO AL MASCHIO/MARITO/PADRE.”

Questa è ancora una società maschilista in cui l’uomo è indispensabile alla donna per la sua piena realizzazione?

“STA CAMBIANDO. SOPRATTUTTO CAMBIA LA MENTALITÀ FEMMINILE PER CUI UN UOMO SERVE A “SISTEMARSI”. LE DONNE SONO PIÙ CONSAPEVOLI DEL PROPRIO VALORE, CERCANO SEMPRE MENO SOSTEGNO ESTERNO. SARÀ BELLO QUANDO CAPIREMO DAVVERO CHE NON FUNZIONA LA LOTTA FRA I SESSI, MA LA COLLABORAZIONE. SIAMO COMPLEMENTARI.”

Nella sua vita, ha sempre avuto “il diritto” di poter scegliere?

“L’HO SEMPRE PRETESO, NONOSTANTE IL PREZZO DA PAGARE. L’INDIPENDENZA VA CONQUISTATA.”

“Io voglio invecchiare senza lifting facciali. Io voglio avere il coraggio di essere leale al viso che mi sono creata.” (MARILYN MONROE)

“Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.” (ANNA MAGNANI, rivolgendosi ai truccatori)

“E’ arrivata l’età delle rughe? Pazienza. Le rughe rappresentano il passato di ciascuno, e fanno parte della vita.” (VIRNA LISI)

Non lo trova un po’ paradossale? Questa bellezza esteriore, così attenzionata e salvaguardata nel corso della vita da parte di donne che ne sono state un indiscusso simbolo, a un certo punto, finisce quasi per passare in secondo piano … a favore di quale esigenza? Forse perché – come scriveva Ovidio – la bellezza, comunque, è un bene che rimane fragile?

“CREDO CHE ESISTA UNA BELLEZZA ADATTA A OGNI ETÀ. SI PUÒ ESSERE UNA BELLA SIGNORA, OLTRE CHE UNA BELLA RAGAZZA. L’IMPORTANTE È RAGGIUNGERE UNA CONSAPEVOLEZZA E COLTIVARE IL BENESSERE. IO PERSONALMENTE ALLA BELLEZZA CONVENZIONALE MI ABITUO SUBITO, NON LA NOTO PIÙ, MI PIACCIONO I VOLTI INTERESSANTI, I “TIPI”, LE PERSONE CHE HANNO QUALCOSA DA DIRE.”

Che cos’è per lei “il bello delle donne”?

“LA FORZA, LA CAPACITÀ DI ACCOGLIERE, DI DECIDERE, DI MEDIARE. L’ANDARE INCONTRO.”

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