Si scrive UNIPOLARITA’ si legge ADDIO UMANITA’

Condividi questo articolo?

di Guido Di Stefano

    Addio umanità: cioè identità, intelletto, dignità, libertà, luce, pace, vita. Da oltre oceano alcuni esseri, più o meno noti, sventolano i vessilli dei più nobili ideali e reclamano per se ogni potere “sovrano”  promettendo protezione e sicurezza alle candide colombe che li accoglieranno come re nella loro colombaia e ai timidi agnelli che cercheranno rifugio e calore  nelle loro oscure e belluine tane.

      “Divide et impera” (dividi e comanda) dissero e praticarono gli antichi Romani per costruire un impero, per i tempi, universale e stabile finchè praticarono (e non sfoggiarono) la superiore arte del rispetto della dignità e dell’identità dei popoli “sottomessi” e furono essi stessi coscienti e orgogliosi della propria cultura e tradizioni (leggasi origini, identità, coscienza del bene comune). Insomma per lungo tempo riuscirono a racchiudere in quel “divide et impera” forza e intelletto: fino a quando furono dominatori sì ma non padroni; e i sottomessi furono trattati da popoli e non schiavi o peggio armenti sacrificali. E per completezza aggiungiamo: a priori non esponevano alla devastazione,  alla desertificazione, alla “cimiterizzazione” dei territori da dominare.

     Strano che i supertecnologici yankee così adusi ad analizzare i testi in ogni singolo segno grafico si arrabattano da oltre un secolo per costruirsi un impero universale (e quindi unipolare) improntato su un semplice e parzializzante detto (divide et impera) e sul malcostume diffuso del tardo-impero, quando le parole “probus homo” e “ius” erano ridotte al rango di vuoti contenitori. Magari sarà perché non hanno capito le parole di Einstein quando esalta l’imperfetto essere umano   come “moltiplicatore” delle potenzialità delle  tecnologiche macchine (quasi divinità per gli yankee) e quando afferma che “Ad ogni sistema autocratico fondato sulla violenza segue sempre la decadenza, perché la violenza inevitabilmente attrae. E la storia dimostra che ai tiranni illustri succedono sempre i malfattori”.

      Così ricordiamo la fine di due imperi autocratici dove il comune essere umano era schiavizzato e ridotto al rango di animale da sacrificare agli dei: le autocrazie  Azteca e Inca  che avevano annichilito talmente le coscienze da rendere abuliche le popolazioni   furono spazzate via da Hérnan Cortés e Francisco Pizarro. Ciascuno dei due condottieri scatenò un manipolo di uomini fortemente motivati (non da nobili ma piuttosto da venali motivi) contro dei popoli demotivati e vinsero.

      Cavalcando le onde della storia ritorniamo indietro al nostro Fedro che praticamente trattò il tema della motivazione nella sua favola “L’asino e il vecchio pastore”, che vi proponiamo in “libera” presentazione. “Un vecchio pastore faceva pascolare il suo asino: A un tratto si udirono le urla di gente terrorizzata dall’arrivo di guerrieri nemici. “Via, scappiamo, non facciamoci prendere” gridò il vecchio all’asino. Ma l’asino sereno non si mosse e ribattè “ Asino sono e asino resterò: credi per caso che il vincitore sarà così stolto da mettermi sopra due basti?”. 

      Come dire: nessun motivo per fuggire, nessun motivo per combattere. L’asino di Fedro aveva certamente capito tutto quello che troppi governanti (anzi scutate: troppi potenti) contemporanei rifiutano mentalmente: unipolarità = autocrazia = asservimento = mancanza di rispetto = annichilimento dell’essere = demotivazione totale.

      Scrivono alcuni “criticoni” nemici e “malvagi”.

      Con la guerra del 1914-1918 gli Americani (non tanto il popolo quanto altri) verificarono che l’Europa belligerante e devastata era una enorme risorsa economica per loro (un bel pascolo grasso). La guerra durò troppo poco con l’aggravante poi della Russia che dopo la rivoluzione d’ottobre (non più zarista)  si era tirata indietro. Fermo restando che resta ancora da comprendere come lo zar avesse voluto combattere a fianco degli eterni nemici anglo-francesi. Comunque gli anglo –americani continuarono a guerreggiare in Russia fino al 1920, senza vincere. Chissà cosa celano tanti archivi occidentali?

       Sulla guerra del 1939-1945 forse non sappiamo granchè dalle informazioni divulgate dai regimi, ma ci pensano i “malvagi” a lasciar trapelare qualcosa, un poco “soft” e un poco “osè”. Cominciamo con le notizie più “soft”: l’armata rossa eliminò il 90% (su scala totale) dei militari tedeschi; per ogni militare americano morto in Europa ne morirono 53 russi; il terzo reich fu distrutto a Stalingrado non in Normandia. Dopo le notizie “soft” passiamo a quelle “osè”. Dicono i “soliti” che la seconda guerra mondiale fu incoraggiata (in ogni direzione) e sponsorizzata da potenti e potentati d’oltreoceano e sarebbe dovuta durare (secondo le “pie” intenzioni dei promotori) molto di più: poiché più macerie e disperazione in Europa comportavano una maggiore crescita economica nel nuovo mondo. Dicono altresì che già allora fu perfezionata la tattica del doppio gioco: aiuti e incoraggiamento, a seconda della bisogna, a est e a ovest. I nazisti conoscevano alcuni prodotti americani operando nella terra tedesca qualche “fabbrichetta” americana (a loro non ostile). Qualche veterano raccontava della grande contrarietà degli esperti nazisti nel rinvenire a disposizione dei bolscevichi di “ninnoli” bellici con caratteristiche americane. Comunque la guerra finì nel 1945 con l’arrivo anticipato dei Russi a Berlino: anticipato perché (si dice) Stalin ammassò le sue truppe verso occidente per scoraggiare “eventuali” cattivi pensieri occidentali.

     Ah, se i nostri “fideisti” europei o UE o NATO  invece di lanciare quotidianamente proclami, quasi volessero consegnarli e consegnarsi alla storia, si decidessero a svelare le “segrete carte” prima che le tarme o l’umidità o qualche incendio le distruggano!

     Forse leggendoli anche loro comprenderebbero la follia dell’unipolarità

Vogliamo forse rispedire l’umanità indietro nel tempo per rivivere in chiave moderna le paure e le morti come raccontate in diverse “teogonie”?   Riconosciamo allora come il sommo Zeus (o chiamatelo come volete) il gran capo americano (chiunque egli poi effettivamente sia). Il lascivo, iracondo e non misericordioso Zeus siederà sul suo Olimpo  circondato da una pletora di dei, messaggeri  e personale di servizio tutti regolarmente iracondi, vendicativi, egocentrici e dall’alto stabilirà chi saranno i preferiti  per governare (o vessare) gli umani, da ridurre ovviamente a una massa amorfa (senza identità alcuna) e quindi con minime energie controllabile. A tutti gli effetti comanderanno poche Esseri autoproclamatisi divini padroni di ogni risorsa, sconosciuti a tutto il genere umano tranne ai pochi fedeli servitori incaricati di dettare ai popoli (non più popoli ma accozzaglie) i supremi precetti, di spingerli alle guerre e di indurre all’aurea adorazione i mortali comuni, dannati alla miseria e privati anche della speranza, come l’asino di Fedro.

      Lo capissero tanti logorroici soloni che tuonano per il mondo e tanti che potenti si credono! L’annichilimento delle identità dei popoli è in corso: con violenza si stanno creando miscellanee di genti che avrebbero bisogno di  tempo  per “incontrarsi”, e si pretende addirittura che chi è in casa sua nasconda le sue radici culturali; e sta trionfando una sorta di “buonismo” alla rovescia che tende a colpevolizzare e ghettizzare i residenti , anzi gli indigeni occidentali.

Ogni zona dell’Europa (o dell’occidente) comincia a ospitare genti diverse, caoticamente mescolate e (in fondo)   egualmente e disinvoltamente sfruttate da alcuni gruppi di potere, interessati (o comandati) di mantenere alte le tensioni.

Più alta è la tensione, più profonda è la divisione, più facile comandare, se necessario, con l’ausilio di qualche scontro o guerra di controllo.

     Il vecchio detto romano ora si legge così: dividi e comanda, ma prima, durante e dopo mischia e annichilisci le identità.

     E dopo che gli attuali (aspiranti e/o effettivi) autocrati  (o saranno tiranni illustri?) avranno cancellato l’umanità, l’intelletto e i basilari concetti di “homo probus” e di “ius”  arriveranno i i malfattori che sbraneranno gli uomini tutti compresi gli eventuali autocratici eredi.

    Scusate qualche domanda impertinente. Quale percentuale di verità contiene l’affermazione (tanto cara a tanti inossidabili personaggi europei)  che gli anni portano saggezza? Non pensate anche voi che le aggressive e condiscendenti scelte politiche-economiche-finanziare USA-NATO-UE stanno ricacciando l’Europa al periodo del primo medio evo? Non c’erano stati, non c’erano confini, imperava la forza, si mescolarono (per spontanee invasioni  però) le genti: ma non c’erano i registi occulti di oggi e le genti gradualmente si amalgamarono in popoli, nazioni, stati. Se i tempi che viviamo sono i frutti  de “know how” occidentale, non sarebbe il caso di guardare con obiettività ad oriente?

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.