Intervista esclusiva a Emanuele Hesael Pavano

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di Giuseppe Stefano Proiti

Emanuele, tu sei un cantante “socialmente impegnato”: i testi che canti o che interpreti non sono mai banali, ma trattano sempre temi e problematiche forti, tali da indurre l’ascoltatore alla riflessione.
In questo periodo di guerre non possiamo che partire da un brano musicale inedito da te interpretato in occasione del decennale (2003/2013) della strage di Nasiriyah. Il titolo suona come un colpo di fucile che non fa male, un ossimoro: “Soldati senza guerra”! Un invito a combattere, ma come direbbe Mohandas K. Gandhi, per la non-violenza, uno stimolo intellettuale a coltivare la pace ed un sano rispetto tra i popoli. Cosa ci racconti di quest’esperienza?

Nel 2013 ricorreva il decennale di quella tremenda strage e l’associazione Giuseppe e Margherita Coletta (Giuseppe è il maresciallo morto a Nasiryah) nella persona di Margherita mi ha chiamava alla realizzazione di un progetto nazionale, chiedendomi di interpretare questo brano che andava a comporre un cd dal titolo “In memory of Nasiryah”, cui hanno partecipato anche dei big della musica italiana come Nomadi, Mattia Bazar, Paolo Vallesi.
Il testo di “Soldati senza guerra” non è mio, è stato scritto da un carabiniere amico del maresciallo Coletta ucciso a Nassirya. Non appena l’ho letto ne sono rimasto subito catturato! E’ stato un onore ed un’mmensa emozione per me interpretarlo. Di questa bellissima esperienza ricordo soprattutto il momento quando son stato chiamato a recitare tutti i nomi dei caduti … avevo un balzo al cuore enorme.
Questo cd ha riscosso molto successo, ha avuto un percorso straordinario: è arrivato persino nelle mani del Presidente Napolitano e del Papa Ratzinger. La finalità di quest’iniziativa era ovviamente quella di non dimenticare questa strage, e ancora oggi spero che non venga dimenticata perché credo sia importante il valore  di quelle persone che erano li per la pace, non per la guerra.

Sempre nel 2013 riscuoti successo col brano “Prendiamoci le mani” (i cui proventi sono stati devoluti interamente alla L.I.L.T.) di cui sei autore e compositore. Il 22 marzo 2014 sei stato invitato dal maestro Ermanno Croce di Sanremo Academy Company a cantare il brano in chiusura dello spettacolo dal nome “I migliori anni della nostra vita” al Teatro Città della notte, Augusta (SR). Il 31 maggio 2014 ricevi per mano del presidente regionale della L.I.L.T. un premio con la seguente motivazione: <<Ad una delle voci più promettenti>>. Poco dopo, l’1 agosto 2014 ”Prendiamoci le mani” conquista il più prestigioso premio siciliano: “Siciliani nel Mondo”.
Cos’altro ci racconti di quest’importante canzone?

“Prendiamoci le mani” è nato da un’esperienza personale: ho perso mio padre a causa di un tumore. Ho conosciuto i volontari della L.I.L.T. che fanno un lavoro straordinario per la prevenzione (che nel caso dei tumori è fondamentale). Dunque con questa canzone io ho voluto dedicare sia un pensiero a mio padre, ricordandolo intimamente, ma parlo anche dei volontari: <<prendiamoci le mani>> significa uniamoci tutti insieme! E’ una canzone straordinaria che ho avuto il piacere di cantare al Teatro Città della Notte con i ragazzi dell’Accademia di Sanremo che facevano da coro dietro di me in una coreografia straordinaria, e mi scappavano quasi le lacrime al mio debutto ufficiale.
Alcuni mesi dopo ho vinto il più prestigioso premio “Siciliani nel Mondo”, che viene conferito ai siciliani che danno lustro alla nostra Terra per vari motivi. Naturalmente è stato un momento felicissimo della mia carriera.

Prima di parlare della tua canzone più nota, facciamo un affondo nel passato, ripercorrendo la calda estate del 2010, quando, con un altro brano inedito, “Il Fuoco Ardente”, aprivi le selezioni nazionali del “Mister più Bello d’Italia”.

Quello è stato un momento della mia carriera molto bello: ho aperto le selezioni regionali delle Marche ed Emilia Romagna con questa canzone. Ho cantato nelle discoteche più belle di quella riviera e mi sono divertito molto. La canzone è un Rock Pop che si presta molto alla circostanza.

Questa canzone divenne un leitmotiv dei concorsi di bellezza, tant’è che nel 2014 venne scelta come unica presenza musicale per il tour siciliano del noto concorso nazionale “Miss Blu Mare”. Potremmo allora candidarla come la canzone dell’estate e dei concorsi di bellezza?

Beh forse si, perché ha questo calor, una forte passionalità. In questa canzone parlo di una ragazza che mi sfugge continuamente e non riesco ad afferrare. Per cui è un “fuoco ardente” che mi brucia dentro, anche con un pizzico di rabbia.

E’ stata ed è presente in tante radio non solo locali, in molte testate giornalistiche, nelle più disparate conferenze che abbracciano questo delicato e devastante problema sociale. Nel 2014 diventa anche colonna sonora del cortometraggio “Premio alla migliore sceneggiatura” prodotto da Sergio Zagami per la regia di Alfio D’Agata. E’ arrivato il momento di parlare di “Rosa di Spine”, il tuo brano più conosciuto ed apprezzato, tra l’altro di grande attualità, data l’importante ricorrenza del 25 novembre (giornata mondiale contro la violenza sulle donne) e la crescita esponenziale di questo fenomeno dilagante a livello transnazionale. Dunque, in fenomeni così complessi, dove è così intrinsecamente connessa la natura istintuale prima che educativa dell’uomo, credi che la musica e in genere l’arte possano anche e soprattutto fare la loro parte?

Questa canzone, come dicevi, è uscita il 25 novembre, purtroppo la violenza sulle donne è diventata un allarme sociale (oggi più che mai). Nel 2013 cominciavano già i primi casi eclatanti, adesso è diventato un allarme sociale enorme, per cui, purtroppo, sento sempre di più negli anni il peso e l’importanza di questa canzone. Debbo dire che nel corso di questi anni “Rosa di Spine” ha davvero sensibilizzato il pubblico. Questa canzone nasce un po’ da un’esperienza personale, perché una mia amica ha subito un episodio di violenza e mi ha raccontato la vicenda colpendomi tantissimo. E poi anche da una conferenza cui ho avuto modo di prendere parte per caso a Priolo dove ha sede un centro antiviolenza che ogni giorno fa un grandissimo lavoro in difesa delle donne. Da questa conferenza alcuni segnali mi sono scattati dentro, ed alcune parole che lì ho ascoltato, le ho fatte mie, stimolando questa canzone. Per cui io dico sempre a questi valorosi ragazzi di Priolo: <<Questa canzone è proprio vostra, perché da voi è scaturita>>!
 Il titolo ovviamente già dice tutto: metaforicamente la donna è una rosa, tutte le donne sono delle rose, ma le spine sono quelle che poi si vedono, perché il loro dolore poi viene fuori come delle spine.
Il videoclip di “Rosa di Spine” ha una forza abbastanza notevole: una bravissima attrice interpreta la ragazza che subisce violenza e mi piace molto portarlo in giro assieme alla canzone.

Emanuele, 30 novembre 2015 so che hai un appuntamento importante …
Eh si, alle ore 20.30 vi aspetto con questa mia canzone per un bellissimo momento di spettacolo nel meraviglioso Teatro Città della Notte di Augusta –Melilli (secondo me è uno dei teatri moderni più belli della Sicilia dove c’è un’acustica straordinaria) in cui presenterà Salvo La Rosa ed Elisa Lisitano, con tantissimi altri ospiti illustri e qualche sorpresa strabiliante. Questa serata è stata organizzata in primis dal direttore artistico Marco Bertoni. Lui è una persona unica: vive di sensazioni, di emozioni, cerca negli altri il valore della spontaneità e laddove c’è riesce a coglierla, crede nei bei progetti che realizza straordinariamente con le sue forze; amo definirlo come “un mecenate della solidarietà”.
Dopo questa parentesi, vorrei concludere semplicemente dicendo che la speranza che ripongo in questo magnifico evento è quella di mettere assieme tutte queste gocce che magari un giorno formeranno un grande mare che invaderà le coscienze di tutti, per sensibilizzare su questo tema terrorizzante.

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