Sigonella, avamposto nel deserto dei Tartari

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SIGODi Salvo Barbagallo

Sigonella non è nel deserto dei Tartari, e invece lo è.

Sigonella è collocata nella tranquilla Piana di Catania e davanti ha il Mar Mediterraneo. Sigonella non è la Fortezza Bastiani ultimo avamposto ai confini del Regno che Dino Buzzati immaginò nel suo magnifico romanzo del 1940. Eppure Sigonella, per molti versi, è più della Fortezza Bastiani il cui tran tran solitario e quotidiano in attesa di un nemico che non arrivava mai, è narrato dallo scrittore.

Sigonella ufficialmente è base dell’Aeronautica militare italiana: qui ha sede il 41° Stormo Antisom che da anni ha perduto la sua originaria funzione, quella appunto “antisom”. Gli “Atlantic Breguet”, pattugliatori ognitempo a lungo raggio, progettati principalmente per l’impiego marittimo per la lotta antisommergibile, anche in grado di trasportare armamento aria-superficie, da diversi anni assolvono ad una funzione di ricognizione (individuazione barconi dei migranti) e di soccorso: hanno perduto la loro efficacia difensiva dopo il crollo del Muro di Berlino in quanto non c’è più la minacciosa e consistente presenza della Flotta navale dell’Unione Sovietica di stanza nel Mediterraneo. Il caposaldo Fortezza Bastiani è rimasto, ma i Tartari sono soltanto i poveri disperati in fuga dai loro Paesi in guerra.

A Sigonella, però, è presente l’agguerrita “Naval Air Station”, base autonoma degli Stati Uniti d’America in terra siciliana, che per la sua consistenza e per il suo potenziale bellico può (e deve) considerarsi molto più importante di una Fortezza Bastiani del non dimenticato Buzzati. Ciò che accade all’interno di questa struttura statunitense all’interno della struttura “madre” italiana dovrebbe essere noto (militarmente parlando) al Comando italiano, sicuramente non è noto al cittadino qualunque che abita nella provincia etnea e neppure al cittadino nazionale italiano. Sta di fatto – e non sappiamo perché e per come – che Sigonella, soprattutto negli ultimi anni, ha assunto una funzione sempre più preminente, rispetto alle decine di basi USA sparse in tutta Europa e, a quanto pare, si sta trasformando nella base principale “mondiale” estera degli Stati Uniti d’America. Che Sigonella sia anche base-supporto della Nato è questione secondaria, basta citare la presenza stabile dei “Global Hawk” (i velivoli senza pilota, fortemente armati) che al momento sono “soltanto” in dotazione e uso americano, mentre quelli in dotazione alla NATO entreranno in attività a Sigonella (forse) l’anno prossimo. L’incremento e il potenziamento, poi, delle altre installazioni USA in Sicilia (che passa inosservato) e prioritariamente a Niscemi con gli impianti del MUOS, ruota e fa capo tutto a “Naval Air Station” di Sigonella.

Dunque Sigonella USA-Fortezza Bastiani è un avamposto, e la tranquilla Piana di Catania è il nuovo e inedito “deserto dei Tartari” al cui confine si può affacciare il Nemico? Cosa deve difendere Sigonella USA-Fortezza Bastiani, i Siciliani? Figurarsi… I Siciliani non interessano a nessuno, probabilmente il territorio in cui vivono fa gola a tanti: peccato per i tanti (o peggio per loro) che gli americani hanno pensato per tempo (dal dopo guerra) a metterci le mani sopra.

E i Siciliani? Non stanno neppure a guardare: per loro, e per chi li governa, il problema non esiste. C’è da apprezzare solo il coraggio delle madri di Niscemi che scendono in campo aperto contro gli USA e contro il MUOS, anche se le loro proteste cadono nell’indifferenza generale.

Sigonella USA-Fortezza Bastiani è una realtà, non è l’invenzione di uno scrittore. E se questa “Fortezza” è una realtà, anche il “Nemico” (ignoto, in questo momento) è una realtà e non un’invenzione.

Così è, che ci piaccia o no…

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