Menzogne tra satira e realtà, tra silenzio e slogan(s)

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asterixdi Guido Di Stefano

   Siamo tuttora convinti che la satira, avvalendosi anche di  fumetti,  serva a veicolare la verità;  che la realtà debba essere illuminata dalla verità; che il silenzio debba rappresentare un passaggio di riflessione, apprendimento e maturazione e non essere la tomba della verità; che gli slogans debbano sintetizzare un programma costruttivo e non proclamare ufficialmente il trionfo del vuoto di chi li strombazza senza sosta e il disprezzo, in essi mascherato, verso i destinatari, verso l’umanità.

   Ci soffermiamo su “fatti” passati inosservati e/o dimenticati, forse volutamente, forse accidentalmente.

   La cultura gallica ha concepito una serie fumettistica, in certo senso satirica, intitolata ad Asterix e caratterizzata da grossolana e diseducativa infedeltà storica.  Certo chi ha studiato la storia ci riderà un poco sopra; ma tutti quelli che “vanno per la maggiore” potrebbero anche credere a quanto esasperatamente ripetuto nel fumetto (satirico o meno): dal mare del nord alle sorgenti del Nilo, dalle colonne d’Ercole al Reno i gallica era la razza (o la tribù) superiore (perfetta per i tempi) a tutti i popoli esistenti; mentre i Romani erano dei fifoni e fanfaroni, con Giulio Cesare un incapace, magari schizofrenico.

   Licenze letterarie o odio per i molti eventi storici che non hanno visto primeggiare i Galli? A voi la risposta. Noi preferiamo attenerci a piccoli episodi di cronaca, il “gossip” dei secoli: anzi solo qualcuno dei pettegolezzi che la storia ci tramanda. Era in corso una delle tante guerre europee: in Italia si confrontavano Francesi con Spagnoli e Italiani. Il condottiero francese  di turno si lanciò (tronfio e arrogante) in proclami e slogans preconfezionati e tacciò di codardia e incapacità i combattenti italiani: l’offesa era tanto grave da imporre un “incontro” armato chiarificatore. E fu la disfida di Barletta dove Ettore Fieramosca con dodici cavalieri italici umiliò la squadra (di pari numero) gallica. Tra gli altri a rieducare i Galli c’erano due spadaccini siciliani: Guglielmo d’Albimonte e Francesco Salamone. Non è dato sapere se ai Francesi bruciò di più la disfatta come tale o la presenza tra gli “strigliatori” di due Siciliani, discendenti dai ribelli dei Vespri siciliani. I vincitori vogliono sempre tramandare le loro gesta e così fu fatto: fu elevato un bel monumento commemorativo della disfida.

   Tutto finito lì? Ma quando mai! Quando, dopo tre secoli, le truppe napoleoniche calpestarono quel suolo si  preoccuparono di fare sparire immediatamente quella memoria storica, per loro “funesta”:  chissà perché questo modo di operare ci richiama alla mente analoghi comportamenti orientali che noi occidentali chiamiamo “crimini”. Forse un giorno Asterix farà un salto spazio-temporale a Barletta e sbaraglierà gli irriverenti cavalieri-spadaccini siculo-italici e con Obelix innalzeranno un macigno a memoria dei posteri!

   E’ quindi casuale che la “fumettistica” gallica sovverta la storia e le sue lezioni, perdendosi negli auto elogi della specie di riferimento? Oppure si tratta di una satira così sottile e ardita (superiore a quella del sommo Miguel de Cervantes Saavedra) da risultare di impenetrabile comprensione?

   Mentre aspettiamo di intuire la risposta chiarificatrice ci permettiamo di richiamare (o comunicare) alla memoria del giovane Obama,  quasi fosse in salotto con noi, cose ed eventi  la cui conoscenza   potrebbe “confortarlo” nelle sue azioni (o guerre?)  di governo.

   Magari non ha sentito parlare dell’inutile linea “Maginot” e dei terribili fatti (politici, bellici e sanguinari) di Algeria; ma potrebbe avere avuto notizie (per sentito dire) delle guerre in Indocina inaugurate dall’amica Francia ed ereditate (guerra di Corea e del Vietnam) dagli “alleati” USA e di una economica-finanziaria guerra dell’oro lanciata e persa  dai Francesi contro gli USA a dimostrazione della propria grandeur.

   Più complesse sono le vicende dell’Iran e meritevoli di approfondimento; ma almeno dei momenti più salienti dovrebbe essere informato: forma democratica, monarchia assolutistica filo-anglo-americana, repubblica “democratica” restìa agli ordini occidentali pur essendo stata in certo qual modo sponsorizzata dai galli (forse  pensando di allargare sfera di influenza e crescere in benessere e  potere).

    Non sappiamo se lui condivide le nostre perplessità circa l’andirivieni della Francia dalla NATO, quasi si trattasse di un bazar: forse hanno chiacchierato a lungo sul tema. I risultati (connessi anche a precedenti atti bellici)  sono preoccupanti: invasione della Libia, assassinio di Gheddafi, tentazione di attacco bellico in Siria (sfumato come tale per forti obiezioni e opposizioni internazionali), nascita e diffusione del terrorismo ISIS, opposizione franco-americana ad interventi di “rettifica” in Libia, eccetera, eccetera, eccetera.

    Forse è proprio troppo giovane e non conosce a fondo la storia, il mondo e i suoi amici del momento (che tanti guai stanno causando a Sicilia, Italia e Mediterraneo); e deve approfondire la differenza tra  gli interlocutori-antagonisti leali e  i nemici subdoli.

   Deve crescere e con   lui tutti i presunti statisti occidentali. C’è un interrogativo però: il mondo reggerà il peso di tutti gli errori  accumulati più quelli in arrivo (se non si danno una regolata)?

   Basterà per ora la frenata imposta dalla Cina con la banca di sua creazione?

    O ci salveranno i BRICS?

Boh!

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