Sicilia, Isola incompiuta e dominata

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Eruzione-dellEtna2Di Salvo Barbagallo

 

La Sicilia è testimonianza dei movimenti della crosta terrestre nell’area mediterranea dove si sono trovate coinvolte le placche continentali euro-asiatica e africana. Parliamo di eventi geologici di 250 milioni di anni fa, più o meno, ma la Sicilia dovrebbe avere un’età più giovane, forse cinque milioni d’anni. Non siamo degli esperti, e questi dati potrebbero essere errati, ma la nostra ignoranza ci porta a dire che la Sicilia è rimasta un’Isola incompiuta, e non solo per gli eventi geologici ancora in corso in tutta la Terra, e non solo perché il vulcano Etna con le sue continue eruzioni trasforma ciò che aveva creato. La Sicilia è un’Isola incompiuta perché pur essendo uno splendido habitat viene stravolta dai suoi abitanti, o per meglio dire, da chi governa questi (s)fortunati abitanti.

La storia degli ultimi 75 anni ha dimostrato che la collettività siciliana è stata presa in giro in maniera quasi scientifica: gli aneliti d’indipendenza, nati spontanei nel periodo pre e post bellico, sono stati spenti da una “Autonomia Speciale” data solo per restare scritta sulla Carta Costituzionale col patto tacito fra le parti (e quindi non espresso e quindi non documentabile se non registrando la pratica realtà) che non dovesse mai essere applicata, lo sviluppo promesso mai attuato, le sudditanze imposte dal Governo nazionale mai discusse nella sede regionale preposta.

Nessuna accusa chi governa oggi la Sicilia perché il percorso è sempre eguale a quello effettuato da chi ha preceduto.

Le grandi ricchezze che la Sicilia possiede mostrano uno spreco inqualificabile, nessuno però protesta. L’industrializzazione? Quel poco che si vede nei poli di Augusta e Gela è la prova della distruzione del territorio e della trasformazione sociale forzata di due aree che avrebbero dovuto essere tutelate per il loro patrimonio storico, culturale ed economico. Il turismo? Grande potenzialità mai messa a fuoco nel modo opportuno. Le servitù militari “straniere”? Imposte da Roma Capitale senza alcun beneficio per la Sicilia e per i Siciliani, che devono tenersi, loro malgrado e spesso inconsapevoli, ogni possibile pericolo derivante.

In compenso abbiamo l’integrazione (forzata?) dei migranti disperati in cerca di un Eldorado che non c’è.

In compenso abbiamo il male comune che è la mafia.

In compenso abbiamo il bene comune che è l’antimafia.

In compenso abbiamo i Montante ed Helg di turno e chissà quanti altri.

Gli scandali? La corruzione? Il clientelismo? L’assistenzialismo? I poteri forti? I poteri deboli (che sono sempre poteri)? Fanno parte del vocabolario nazionale, non sono una “esclusiva” Siciliana. Questo non consola.

Il Ponte sullo Stretto? Non parliamo di fantascienza…

La Sicilia è un’isola e tale deve restare: una Terra incompiuta e dominata… Ma chi è che vuole che sia così?

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