Muore a 79 anni l'ex Procuratore Nazionale Antimafia Vigna

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Pietro Gasso e Pier Luigi Vigna (a destra)

Pier Luigi Vigna si è spento oggi, a 79 anni, nella sua Firenze. Nato nel 1933 in Borgo San Lorenzo per otto anni (dal 1997 al 2005) è stato Procuratore Nazionale Antimafia. Ma nella sua lunga e fruttuosa carriera è stato impegnato in moltissimi delicati ruoli chiave e inchieste importanti (lotta al terrorismo, mostro di Firenze, anonima sequestri in Sardegna, strage del Rapido 904).
Vigna si è spento al centro oncologico di Firenze “Villa Ragionieri” dove sarà allestita domani la camera ardente.  Vicino a lui il figlio Leonardo e due sorelle, l’altra figlia che vive negli Stati Uniti sta ora rientrando in Italia. Ancora non è stata decisa la data dei funerali che potrebbero svolgersi lunedì. Lucido fino alla fine ha vissuto con grande dignità e senza paura la brutta malattia che lo ha afflitto, coerente con il suo stile di vita sempre coraggioso.

Con lui iniziò a collaborare il pentito Gaspare Mutolo. La sua carriera in magistratura iniziò a Milano, dove fu pretore negli anni ’60, poi trasferito a Firenze nel 1965, poi ancora procuratore aggiunto e dal 1991 Procuratore capo ancora a Firenze. Dal ’97 al 2005 come detto Procuratore Nazionale Antimafia fino al pensionamento. Il Quirinale lo ha insignito in quell’anno del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Di lui dice Rosario Priore, giudice istruttore a Roma e titolare di numerose e importantissime inchieste sul terrorismo, che era un ”collega burbero ma generoso”, Priore lo descrive anzi così: “Era una sorta di fratello maggiore per noi, ci ha aiutato in tante indagini sul terrorismo, alle quali ha dato un impulso eccezionale. Tutti dovremmo essergliene grati, sia per gli insegnamenti sia per i successi conseguiti

E Pietro Grasso, lo ricorda così: “Ho cominciato a stimarlo e apprezzarlo a partire da un episodio ben preciso Giovanni Falcone, che aveva presentato la domanda per procuratore nazionale antimafia nel 1991, ricevette in mia presenza una telefonata di Vigna in cui gli diceva che, avendo saputo di questa domanda, ritirava la sua perché, gli disse, ‘nessuno meglio di te può interpretare quel ruolo’: un gesto inusuale, ancor più perché Falcone aveva ricevuto diverse contrarietà, tanto è vero che poi non fu chiamato lui a svolgere l’incarico di procuratore nazionale antimafia ma il giudice Agostino Cordova”

Spesso controcorrente anche rispetto ai colleghi era assolutamente contrario all’impegno dei magistrati in politica “anche da pensionato“, si è detto sempre a favore della separazione delle carriere tra giudici e pm, si è battuto per  l’istituzione dei tribunali distrettuali antimafia e a favore del raggruppamento delle strutture investigative antimafia in un unico organismo.

Luigi Asero

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