La guerra del gas

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Un codice etico per ripulire le coscienze e meglio apparire dinnanzi alla Comunità Occidentale. Nella giornata di martedì, 24 Luglio, il monopolista russo del gas, Gazprom, ha deciso l’adozione di un modus operandi interno all’azienda basato sulla trasparenza e sulla correttezza.

Come riporta un comunicato ufficiale, il monopolista russo intende avviare una lotta alla corruzione, al nepotismo, e all’infiltrazione della politica nel sistema di governo dell’azienda. Nello specifico, presso Gazprom saranno vietate le assunzioni su raccomandazione, e il possesso da parte dei dipendenti e dei soci di azioni di altri enti energetici concorrenti al grande monopolista.

Nonostante le buone intenzioni, Gazprom ha tuttavia dimostrato di non avere intenzione alcuna di mettere in pratica le linee guida adottate con il solenne comunicato “etico”. Tuttavia, il monopolista del gas è rimasto il braccio politico del Cremlino, di cui le Autorità russe continuano a servirsi con estrema puntualità per realizzare i propri scopi sia sul piano interno che su quello estero.

Lunedì, 23 Luglio, la città di Jaroslav è stata privata dei rifornimenti di gas, dell’elettricità e persino dell’acqua calda. A nulla è servito l’appello del Sindaco, Jevhenij Urlashov, che ha chiesto invano al Presidente, Vladimir Putin, un intervento urgente per permettere alla città di riavviare le proprie attività, ed evitare il nascere di proteste di piazza contro le precarie condizioni.

Quello di Jaroslav è il primo caso di utilizzo politico dell’arma energetica anche sul piano interno. Urlashov è infatti l’unico Primo Cittadino di un centro abitato russo ad essere riuscito a battere il Candidato del Partito del Potere, Russia Unita, a cui appartiene il Presidente Putin, il Primo Ministro, Dmitrij Medvedev, tutti i Ministri e i Sindaci delle altre città.

Nonostante il riconoscimento formale dell’elezione di Urlashov, Russia Unita ha promesso fin da subito una pronta risposta, e ha promesso alla “città ribelle” un’adeguata risposta in tempi brevi.

Sul piano estero, il caso più evidente della condotta politica di Gazprom è quello dei rapporti con la Polonia, a cui il monopolista russo impone un tariffario per l’importazione di gas superiore a quello applicato a Paesi geograficamente più lontani, ma politicamente più vicini a Mosca, come Germania e Francia.

Sempre lunedì, 23 Luglio, il monopolista russo ha dichiarato la non-volontà di concedere sconti al colosso polacco PGNiG per non privare il Cremlino di una carta preziosa con cui ricattare la Polonia sul piano politico e, sopratutto, per non creare un precedente che possa giocare a favore dell’Ucraina.

Similmente alla PGNiG, la compagnia nazionale ucraina Naftohaz è infatti scontenta dell’alto tariffario che è costretta a pagare, e, a più riprese, ha richiesto una revisione dei contratti a Gazprom, senza tuttavia riuscire a sbloccare la situazione.

Come riportato dal Kommersant” Ukrajina, Gazprom considera polacchi e ucraini due popoli energicamente accerchiati e, quindi, di secondaria importanza nella rinegoziazione dei contratti con i principali enti del Vecchio Continente.

A pesare sulla posizione di Varsavia e Kyiv è la costruzione del NordStream: un gasdotto ubicato sul fondale del Mar Baltico, realizzato da una joint venture composta da Gazprom, dalla compagnia nazionale tedesca E.On, da quella francese Suez-Gaz de France e da quella olandese Gasunie per trasportare gas russo dalla Russia alla Germania, e bypassare Paesi dell’Unione Europea politicamente invisi al Cremlino come, per l’appunto, Polonia, Ucraina e Lituania.

La Coppa dei Campioni per mascherare un disegno politico anti-europeo

La condotta di Gazprom non può non riguardare l’Europa e, in modo particolare, l’Italia. Il monopolista russo del gas detiene infatti il controllo dell’80% del gas inviato in Unione Europea per soddisfare il fabbisogno dei 27 Paesi membri, e, in virtù di una politica orientata al mantenimento dell’egemonia energetica della Russia sul Vecchio Continente, gestisce anche buona parte dei gasdotti di Stati UE, quali Germania, Slovacchia, Austria e Francia.

Per ingraziarsi l’opinione pubblica dell’Europa, e nascondere la politica discriminatoria attuata nei confronti di Polonia, Ucraina e Lituania per dividere l’UE al suo interno, di recente Gazprom ha ottenuto la sponsorizzazione della UEFA Champions’ League: una mossa di notevole importanza, in quanto il monopolista russo avrà il diritto di porre il proprio marchio a corredo di ogni partita della manifestazione continentale di calcio più importante e più seguita dagli sportivi.

Matteo Cazzulani

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